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Rifiuti, ACV e ESPER presentano dossier su “nuovo Accordo Anci-Conai”

rifiuti – Un dossier dell’Associazione Comuni Virtuosi svela i conti del settore, e indica proposte che potrebbero portare rilevanti risorse economiche ai comuni in un momento di crisi come quello che gli enti locali stanno attraversando.

Il dossier è stato presentato i giorni scorsi da Luca Fioretti e Ezio Orzes per l’ACV e da Attilio Tornavacca di ESPER nella Sala Conferenze Stampa di Palazzo Montecitorio e mette in fila tutta una serie di proposte per il rinnovo dell’accordo Anci-Conai.
(resoconto conferenza …)

Entro l’autunno l’Associazione Nazionale Comuni Italiani ridefinirà i termini degli accordi con il CONAI, il Consorzio che rappresenta tutti i consorzi di filiera degli imballaggi. Questo accordo, se profondamente rivisto, potrebbe portare ingenti risorse economiche ai comuni per finanziare i servizi di raccolta dei rifiuti.

Gli imballaggi costituiscono il 35-40% in peso e il 55-60% in volume della spazzatura che si produce ogni anno in Italia. Per ogni imballaggio prodotto e immesso nel mercato, il produttore versa ai consorzi un contributo che dovrebbe essere trasferito ai comuni quando l’imballaggio, passando per la raccolta differenziata, viene riconsegnato ai consorzi. Sono cifre importanti, che dovrebbero essere destinate a coprire i costi di raccolta e, se ben utilizzate, contribuire concretamente a diminuire la bolletta dei cittadini.

Ma delle centinaia di milioni di euro all’anno che vengono incassati dal sistema Conai, solo poco più di un terzo viene girato ai Comuni e queste risorse spesso non entrano neppure nelle casse comunali poiché vengono in gran parte utilizzate per pagare le piattaforme private che si occupano delle preselezione di tali flussi.

Considerando l’ultimo dato disponibile riferito al 2011 si evince che i comuni avrebbero beneficiato di circa 297 milioni al lordo dei costi di preselezione (si stima che al netto di tali costi rimanga circa la metà ai comuni) a fronte del ricavo totale annuale del sistema Conai di 813 milioni di euro. Risulta pertanto evidente che i corrispettivi che i Comuni ricevono rappresentano solo una piccola quota dei costi che la RD degli imballaggi comporta.

Nel resto d’Europa i contributi versati dalle imprese sono infatti molto più elevati e comprendono il rimborso dei costi di preselezione. Solamente allineando i contributi nazionali rispetto a quelli degli altri paesi europei sarà possibile sostenere una gestione efficiente e sostenibile di questi servizi anche in Italia. Se si aumentano le quote di riciclo e si crea un mercato per le materie prime seconde si apriranno importanti prospettive occupazionali. Si calcola che una raccolta differenziata efficiente e diffusa in Italia potrebbe generare almeno 200.000 nuovi posti di lavoro distribuiti capillarmente in tutto in tutto il Paese.

Ed è per fare chiarezza sulla gestione degli imballaggi nel nostro Paese e proporre le necessarie modifiche dell’accordo Anci-Conai che l’Associazione Nazionale Comuni Virtuosi, in collaborazione con la ESPER, (Ente di Studio per la Pianificazione Ecosostenibile dei Rifiuti), ha elaborato uno specifico dossier.

I dati emersi hanno evidenziato lo stato di notevole svantaggio in cui versano i Comuni italiani rispetto ai loro pari europei. Di fatto i nostri Enti Locali si trovano ad affrontare con scarsissime risorse e strumenti una situazione di massima difficoltà su cui non hanno la possibilità di incidere a monte nel processo di formazione dei rifiuti da imballaggi (i Comuni non possono infatti influenzare le modalità di consumo e progettazione degli imballaggi o rendere obbligatorio il vuoto a rendere).

Per quanto riguarda la produzione di imballaggi si sta assistendo ad un aumento della loro complessità che determina delle criticità di gestione, dalla fase di corretta differenziazione nelle case fino a quelle successive di raccolta- selezione-riciclo. Soprattutto per quanto riguarda la plastica sono le stesse associazioni di riciclatori, come Plastic Recyclers Europe, che identificano in un marketing orientato soprattutto all’impatto estetico, a discapito della riciclabilità, una possibile minaccia al raggiungimento degli obiettivi di riciclo europei.

Da qualche anno importanti quantitativi (in costante aumento) di plastiche nobili vengono dirottate nella frazione del plasmix (plastiche miste) a causa di etichette coprenti o additivi opacizzanti invece di andare verso un riciclo meccanico eco efficiente.
E’ evidente che appelli al mondo della produzione a livello volontaristico, che l’ACV sta portando avanti con un’iniziativa denominata “Meno Rifiuti più Benessere in 10 mosse”, non possano essere risolutivi senza l’attivazione di una leva economica a monte che indirizzi il mercato verso scelte aziendali di packaging sostenibile.

Il dossier contiene anche diverse proposte che l’Associazione Comuni Virtuosi intende sottoporre all’attenzione degli altri comuni italiani, all’ANCI e al Governo, affinché diventino punti irrinunciabili del nuovo accordo ed azioni da mettere in campo a livello nazionale per sostenere ed incentivare le attività di prevenzione dei rifiuti da imballaggio.

Al Governo si chiede di assumere le decisioni necessarie a modificare radicalmente una situazione che, oltre a rivelarsi insostenibile per gli enti locali, mette a rischio il raggiungimento degli obiettivi comunitari di uso efficiente delle risorse e la conseguente creazione di un indotto occupazionale del riciclo che il momento di profonda crisi economica richiede.

04 luglio 2013

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