mobilità – Nel 2012 il tasso di motorizzazione dei comuni capoluogo di provincia, dopo il lieve incremento registrato nel 2011, torna a diminuire (-0,7% rispetto all’anno precedente) ed è di circa 609 autovetture per mille abitanti. Lo dice l’Istat presentando i dati dell’indagine ‘Dati ambientali nelle città’.
Nel 2012 il tasso di motorizzazione è di circa 609 autovetture per mille abitanti, quasi stabile la consistenza dei motocicli: 131,6 per mille abitanti (+0,1%), si arresta, dunque, la tendenza alla crescita che ha caratterizzato l’ultimo decennio.
Oltre ad Aosta (2.455,2 per mille abitanti), Trento (1.149,5) e Bolzano-Bozen (966,7), sono Viterbo (744,2), L’Aquila (737,5), Frosinone (727,2), Catania (726,8), Potenza (715,7), Latina (711,6), Vibo Valentia (707,1), Nuoro (704,5) e Isernia (703,3), i capoluoghi di provincia con un tasso superiore alle 700 autovetture per mille abitanti.
La diffusione delle autovetture meno inquinanti è, per la prima volta, superiore a quella delle più inquinanti: in media nei comuni capoluogo le autovetture fino alla classe euro 3 sono 303,9 per mille abitanti, contro le 305,3 delle classi euro 4 o superiori. I motocicli maggiormente inquinanti (fino a euro 2) sono, invece, ancora i due terzi del totale.
Nel 2012 la percentuale delle autovetture alimentate a benzina si riduce di 1,2 punti percentuali, a favore di quelle a gasolio (+0,9 punti percentuali) e bifuel benzina/gpl o benzina/metano (+0,3 punti percentuali).
La domanda di trasporto pubblico (numero di passeggeri trasportati in un anno dall’insieme delle modalità di trasporto pubblico urbano) è pari a 208,9 passeggeri per abitante, in calo del 7,4% rispetto all’anno precedente.
Oltre che in nove grandi comuni (Milano 689,2 passeggeri trasportati per abitante, Venezia 655,7, Roma 438,2, Trieste 332,7, Bologna 246,4, Firenze 245,0, Genova 236,7, Cagliari 234,0 e Torino 230,4), valori superiori al dato medio si rilevano anche a Bergamo (271,9) e Siena (252,5).
Solo a Milano, Venezia e Roma ogni abitante effettua (in media) più di un viaggio al giorno. In 12 capoluoghi del Mezzogiorno (tra i quali sei della Sardegna e quattro della Sicilia), oltre a Latina e Sondrio, la domanda di trasporto pubblico locale è particolarmente contenuta e si contano meno di 10 passeggeri trasportati per abitante.
In 78 comuni si assiste a una contrazione della domanda di trasporto pubblico rispetto all’anno precedente. Le riduzioni più accentuate, superiori al 20%, si verificano a Macerata, Frosinone9, Siracusa, Caltanissetta, Ragusa e Lanusei, mentre una tendenza alla riduzione di più lungo periodo caratterizza otto comuni (Lecco, Reggio nell’Emilia, Vicenza, Pistoia, Arezzo, Grosseto, Avellino e Taranto) che presentano, nell’arco di un quinquennio, variazioni sempre negative dell’indicatore considerato.
In controtendenza, aumenti consistenti (superiori al 10% rispetto al 2011) si registrano a Cuneo, Forlì, Fermo, Latina, Andria, Crotone e Sassari, mentre considerando l’arco di un quinquennio, solo quattro comuni mostrano un orientamento continuo alla crescita della domanda: Torino, Biella, Andria e Carbonia.
Nelle principali realtà urbane la domanda di trasporto pubblico (5,3 volte superiore a quella osservata nei capoluoghi più piccoli) è pari in media a 329,1 passeggeri per abitante, valore in netto calo rispetto al 2011 (-8,2%). Nei rimanenti comuni l’indicatore assume valori molto più contenuti, pari a 62,2 passeggeri trasportati per abitante (-2,3% rispetto all’anno precedente). La contrazione della domanda registrata per il complesso dei comuni capoluogo nel 2012 è quindi da attribuire in larga parte alle dinamiche negative che caratterizzano i grandi comuni (12 su 16): in tre città (Roma, Napoli e Catania) la variazione negativa supera il 13%.
Rispetto al 2011 migliora la situazione di massimo allarme per la qualità dell’aria, misurata attraverso tutte le centraline di rilevazione (di tipo traffico, industriale e fondo): diminuisce da 59 a 52 il numero di capoluoghi dove il valore limite per la protezione della salute umana previsto per il PM10 viene superato per più di 35 giorni. Miglioramenti soprattutto al Centro (da 12 a 9) e al Mezzogiorno (da 9 a 6).
Se si considerano le sole centraline di tipo fondo (che misurano la qualità media dell’aria) risultano 33 i capoluoghi dove si è registrato il superamento del limite per il PM10 per più di 35 giornate.
In 16 città è stato superato il limite previsto per il 2012 della concentrazione media delle polveri sottili per il PM2,5. In più del 60% dei capoluoghi (71), alla fine del 2012, è approvata ufficialmente la zonizzazione acustica del territorio, in 28 tra questi è emersa la necessità di predisporre Piani di risanamento acustico.
Nel 2012 sono stati effettuati nel complesso dei comuni capoluogo di provincia 9,3 interventi per misurare il rumore ogni 100 mila abitanti: l’83,1% a seguito di esposti dei cittadini e il 16,9% su iniziativa delle amministrazioni. In 83 comuni si registra almeno un superamento dei limiti previsti dalla normativa vigente.
In termini di fonti dell’inquinamento acustico nel 9,2% dei casi la sorgente controllata è un’infrastruttura stradale, nel 13,8% è un’attività produttiva e nel 63,5% è un’attività di servizio e commerciale. In queste ultime, in particolare, si registra la più elevata incidenza degli interventi con superamenti dei limiti dell’inquinamento acustico (60,5%).
24 luglio 2013