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Un piano d’azione da 100 mln per Milano metropoli rurale

agricoltura metropolitanaValorizzare il territorio rurale milanese e renderlo sempre più parte attiva nella vita della città. Con questo obiettivo è stato siglato pochi giorni fa l’Accordo quadro di Sviluppo territoriale, strumento di governance e progettazione partecipata con cui il Comune di Milano, la Provincia, la Regione Lombardia e i quattro distretti agricoli dell’area metropolitana si impegnano a “promuovere politiche attive che invertano un processo che per decenni ha confinato le aree rurali in ruoli e spazi residuali, restituendo loro centralità e funzionalità“.

Le risorse finanziarie per realizzare il piano d’azione – il cui costo è stimato complessivamente in circa 106 milioni di euro – saranno in gran parte oggetto di richieste di finanziamento sui bandi dei Programmi Operativi Regionali e Nazionali, finanziati dai Fondi Strutturali 2014-2020.

La collaborazione tra le istituzioni e gli agricoltori riuniti nei distretti – si tratta del consorzio milanese Dam, del Davo della Valle del fiume Olona, del Dinamo, compreso tra le acque del Villoresi, del Ticino e del Naviglio pavese, e del distretto a vocazione risicola Riso e Rane – ha portato alla definizione di un piano d’azione costituito da oltre 130 progetti, alcuni già in corso d’esecuzione, in grado di rafforzare i sistemi rurali come strategia di contenimento del consumo di suolo, rigenerare e riqualificare il paesaggio, e definire modelli di sviluppo sostenibile e socialmente inclusivo.

Per il potenziamento e miglioramento del sistema irriguo, ad esempio, è previsto il completamento del sistema di alimentazione del mulino di Chiaravalle e sono allo studio opere di difesa dal rischio idraulico rappresentato dalle piene della Vettabbia Bassa (aree di esondazione controllata, ristrutturazione alveo e potenziamento delle paratoie).

Nell’ambito della valorizzazione ambientale rientrano il progetto di salvaguardia dei cento fontanili presenti dall’Adda al TCascina Cuccagna - Milanoicino e le opere di compensazione ecologica realizzate da Expo: 15mila metri di filari su prato fiorito, tremila nuove piante per la riqualificazione boschiva e quattordici fontanili recuperati.

Tra gli interventi di miglioramento fondiario vanno certamente segnalati quelli di riattivazione e di manutenzione straordinaria di molte cascine di proprietà del Comune di Milano: per quelle che già svolgono attività agricola, l’amministrazione, con un deciso cambio di strategia rispetto al passato, ha stabilito di siglare contratti d’affitto dei terreni per 15 o 30 anni, in modo da consentire ed incentivare la programmazione e gli investimenti da parte degli agricoltori.

L’accordo quadro mira anche a incentivare innovazione di prodotto, di processi e di filiera, in linea con gli studi sull’alimentazione già in corso per Expo 2015 al fine di elaborare un documento di food policy. Tra gli esempi, il progetto di filiera della birra totalmente agricola, agli accordi per distribuire la pasta, il riso e i biscotti prodotti dalle aziende del Dam, ai mercati agricoli a chilometri zero, fino alla coltivazione di colture da biomassa per l’autosufficienza energetica.

In tema di multifunzionalità, infine, si ricordano i progetti di ospitalità e fruizione degli spazi aperti, come quello alla scoperta delle ville storiche lungo il fiume Olona, e quelli per implementare le attività sociali ed educative di molte cascine (ippoterapia, laboratori per disabili, attività didattiche).

“Questo accordo – spiega il vicesindaco e assessore all’Urbanistica del Comune di Milano, Ada Lucia De Cesaris – rappresenta uno strumento importante con cui le amministrazioni riconoscono ai terreni agricoli l’attenzione che meritano come parte integrante delle radici di Milano e si impegnano ad accelerarne la fruizione sulla base di accordi condivisi tra pubblico e agricoltori”.

02 gennaio 2015

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