rifiuti e ambiente – Il problema dei rifiuti, nei mari e sulle spiagge, sta assumendo proporzioni preoccupanti: stando alle stime del Consiglio Generale della Pesca nel Mediterraneo (Fao) sono oltre sei milioni di tonnellate i materiali solidi e pericolosi di origine umana che vengono scaricati ogni anno nei mari del mondo.
I rifiuti galleggianti che vediamo in superficie, nel mare e in spiaggia, costituiscono però solo una minima parte del problema: almeno il 70% dei rifiuti che entrano nell’ecosistema marino affondano. Uno studio Ispra, realizzato nell’autunno 2014 tra il delta del Po e Caorle, evidenzia una densità media di più di 700 rifiuti per kmq, con una densità in peso per kmq di circa 100 kg.
Anche sul fondo del mare la plastica rappresenta la stragrande maggioranza dei rifiuti ritrovati sui fondali (ben il 92%), che è anche tra quelli più pericolosi: viene ingerita da cetacei, tartarughe e uccelli marini causando danni spesso letali e la sua frammentazione genera micro-particelle che, ingoiate dai pesci, posso arrivare fino alle nostre tavole.
Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente, riparte con un’edizione speciale per difendere i mari italiani dai rifiuti e dalla perdita di biodiversità. Un viaggio che ha preso il via da Portovenere nelle Cinque Terre e che affronterà il tema della Marine Strategy, la direttiva 2008/56 sull’ambiente marino che prevede il raggiungimento del buono stato ecologico, per le acque marine di ogni stato membro, entro il 2020, valutando tutti gli aspetti legati all’impatto delle attività umane come la pesca insostenibile, l’introduzione di sostanze inquinanti, rifiuti e specie aliene, ma anche l’inquinamento acustico sottomarino.
A riprova dei livelli di criticità raggiunti, basta citare i dati dell’indagine svolta da Goletta Verde nell’estate 2014 con 87 ore di osservazione di rifiuti galleggianti nei mari italiani e 1.700 km di mare monitorati, calcolando fino a 27 rifiuti galleggianti ogni chilometro quadrato: rifiuti per lo più plastici appunto con una percentuale di quasi il 90%.
Il mare più “denso” di rifiuti risultò l’Adriatico con 27 rifiuti galleggianti ogni kmq di mare; un bacino che si distingue anche per la quantità di rifiuti plastici derivanti dalla pesca: il 20%, considerando reti e polistirolo galleggiante, frammenti o intere cassette che si usano per contenere il pescato, percentuale che viene superata solo dalle buste pari al 41% e dai frammenti di plastica al 22%.
Il Mar Tirreno con una densità di rifiuti pari a 26 ogni kmq conta invece la più alta percentuale di rifiuti di plastica: il 91%, di cui il 34% costituito da bottiglie che superano la percentuale di buste di plastica (29%). Meglio il Mar Ionio con 7 rifiuti ogni kmq di mare.
Rifiuti che non si trovano soltanto nei mari e nei fondali ma anche sulle spiagge. L’indagine “Beach litter”- eseguita dai volontari di Legambiente da aprile a maggio 2015 su un’area di 136.330 mq, ha permesso di individuare e smaltire 22.114 rifiuti spiaggiati. In particolare sono stati trovati 17 rifiuti ogni 100 mq, 5 rifiuti in più ogni 100 mq rispetto all’indagine dell’anno precedente.
29 agosto 2015