Il trasporto pubblico urbano ed extra-urbano nazionale necessita di almeno 40 miliardi di € di investimenti per colmare il gap infrastrutturale che ci separa dagli altri Paesi europei, rinnovando reti metropolitane e tranviarie, potenziando il parco mezzi su gomma e su materiale rotabile e abbassando l’età media dei mezzi (in Italia 11,6 anni rispetto ai 7 anni del resto d’Europa).
Intanto, disoccupazione giovanile oltre la soglia di sicurezza e rapida diffusione di nuove forme di mobilità condivisa si confermano due tra le principali cause della crisi del settore auto sul mercato europeo (e non solo) vissuta negli ultimi anni. Il car sharing registra in tutto il mondo una crescita costante e difficilmente prevedibile con oltre 5 milioni di utenti. Boom anche in Italia (+70% rispetto al 2013) e in particolare a Milano. Cresce la voglia della “connected CAR”.
Sono questi i principali trend che emergono dall’analisi condotta a livello mondiale dalla società globale di consulenza aziendale AlixPartners dal titolo “Nutrire la mobilità del futuro”, i cui risultati sono stati illustrati oggi da Giacomo Mori, Managing Director di AlixPartners in Italia, nel corso della manifestazione #FORUMAutoMotive, promossa a Milano con l’obiettivo di dare una forte scossa ai protagonisti della mobilità a motore.
Secondo lo studio, per colmare il divario che ci separa dagli standard europei di mobilità, in particolare sono necessari 20 miliardi di investimenti per lo sviluppo di infrastrutture, 9,5 miliardi per l’adeguamento del parco mezzi e 10 per abilitare una mobilità urbana più sostenibile tramite il sostegno pubblico al rinnovo del parco con veicoli elettrici e reti di ricarica, lo sviluppo di car/bike sharing e car pooling e le nuove tecnologie per la smart mobility. In aggiunta a questi stanziamenti, si stima un costo annuale del settore del trasporto pubblico pari a circa 6,4 miliardi di euro.
La ricerca evidenzia come la stimata crescita della popolazione mondiale (+35% dal 2010 al 2050 – da 7 a 9 miliardi complessivi) e la maggiore concentrazione nelle aree urbane (52% nel 2010 contro il 67% previsto per il 2050) renderà la mobilità urbana un tema sempre più strategico per gli spostamenti di persone e beni con criteri di efficienza e sostenibilità. Già oggi il 64% del totale dei chilometri percorsi avviene in ambito urbano e questa percentuale è destinata a crescere clamorosamente nei prossimi 20 anni. Nonostante il progresso tecnologico, negli ultimi 20 anni la velocità di trasferimento dei pendolari è diminuita e le ore perse nel traffico sono quasi raddoppiate con evidente impatto sulla sostenibilità e sulla qualità di vita dei cittadini: oggi sono 62 l’anno e toccheranno quota 68 nel 2020, fino alle 106 previste per il 2050.
Dalla ricerca emerge come nonostante negli Usa l’occupazione stia aumentando, il numero di chilometri percorsi è in calo per una generale tendenza a guidare meno a causa di diversi fenomeni: elevati costi del carburante e di gestione del bene auto, crescita del telelavoro (negli Usa quasi il 10% dei lavoratori opera anche da casa) e minore propensione dei neo maggiorenni a prendere la patente (nel 2000 erano l’89%, nel 2012 l’83%).
Senza dimenticare che le minori disponibilità economiche incidono fortemente sulla scelta di acquisto di un’auto nuova. In Italia il 34% dei giovani (età compresa tra 18-29 anni) indica che un contratto di lavoro stabile potrebbe indurre all’acquisto di una vettura.
“L’analisi di AlixPartners è impietosa – evidenzia il promotore di #FORUMAutoMotive, Pierluigi Bonora -. Mi riferisco alle deficienze ormai croniche del trasporto urbano ed extra-urbano e di quelle del sistema infrastrutturale in senso lato, con le inevitabili ripercussioni sul traffico e sulle ore perse in fila o alla caccia di un parcheggio (in alcune città, come Milano, si tende scriteriatamente a cancellarli) “.
“L’evoluzione della mobilità nei centri urbani sarà sempre più improntata alla “intermodalità” con un adeguato bilanciamento tra trasporto pubblico e privato, e alla ‘connettività’ tra vetture e delle vetture con le infrastrutture – commenta Giacomo Mori, Managing Director di AlixPartners in Italia -. Le tecnologie delle ‘Connected car’ e delle ‘Autonomous car’ sono il motore di questa evoluzione che avrà positive ripercussioni sulla qualità della nostra vita e ridisegnerà la mappa della mobilità negli anni a venire. Il mercato mondiale della ‘connettività’ cresce con ritmi sostenuti e raggiungerà i 46 miliardi di dollari entro il 2017, anno in cui quasi il 60% delle vetture nuove sarà ‘connesso’, creando nuove modalità di fruizione dell’auto e appetibili opportunità di business per gli operatori del settore, come dimostra l’interesse dei colossi della tecnologia come Apple e Google e l’impegno dei principali car maker”.
30 marzo 2015