energie rinnovabili – In Alta Valmarecchia c’è una rete di 120 vecchi mulini, utilizzati in tempo di guerra per produrre polvere da sparo, che può essere riconvertita per produrre energia elettrica. E’ una delle potenzialità del territorio illustrate a Ecomondo dalla Provincia di Rimini che ha presentato i risultati finali del progetto europeo “Terre”, finalizzato al sostegno delle economie locali attraverso la valorizzazione delle risorse energetiche nelle zone rurali.
La Provincia di Rimini Lead Partner di “TERRE” che, attraverso la valorizzazione delle fonti energetiche rinnovabili dell’entroterra, ha l’obiettivo di sostenere l’economia dei territori a cui il progetto si rivolge.
Uno sfruttamento attento e integrato di queste risorse, volto alla produzione di energia rinnovabile, infatti, può diventare uno strumento per consolidare le comunità locali, creando nuove piccole imprese e quindi favorendo anche nuove opportunità di lavoro.
La Provincia di Rimini ha deciso di sviluppare in Alta Valmarecchia il progetto “TERRE” per creare un vero e proprio laboratorio di idee e progetti destinati a valorizzare e potenziare l’uso delle fonti energetiche presenti nel territorio.
Il tessuto imprenditoriale e sociale dell’Alta Valmarecchia ha rivelato una spiccata sensibilità verso il settore energetico consolidata nel tempo. Impianti fotovoltaici a terra, impianti a biomassa, impianti a pirolisi, sono alcuni degli investimenti ecosostenibili presenti in loco.
Tra le strade più perseguibili, quella dell’energia idroelettrica che ha riscontrato da parte del territorio un interesse verso lo sviluppo del mini-idroelettrico attraverso impianti realizzati all’interno della rete acquedottistica esistente di potenza maggiore di 50 kW. In Alta Valmarecchia le potenzialità ci sono, soprattutto tenendo conto ciò che già il territorio offre, come nel caso dei mulini.
Per quanto riguarda invece lo sviluppo di impianti per la produzione di energia da biomasse, si registrano invece diverse complessità, alcune di queste legate all’accettabilità di questo tipo di impianti da parte delle popolazioni residenti. L’idea condivisa emersa è quella di favorire la creazione di una filiera del legno e la valorizzazione degli scarti del settore agro-forestale, risorse già disponibili in Alta Valmarecchia.
Creare una filiera certificata del legno per la valorizzazione del verde, permetterebbe la creazione di posti di lavoro e la manutenzione delle aree boschive, nonché delle aree ripariali dei corsi d’acqua attraverso il recupero di ramaglie. Questa soluzione, sebbene non sia la migliore sotto il profilo della resa economica, avrebbe tuttavia un impatto positivo sull’economia locale.
Proposta la realizzazione di impianti a biomasse di tipo cogenerativo, localizzati nei centri abitati, di piccole dimensioni (50-100 kW) e di proprietà pubblica, in modo da riuscire a fornire energia termica, ad esempio, per il riscaldamento, tra gli altri, di edifici pubblici e/o privati. Attualmente le risorse provenienti dalle aree boschive sono poco sfruttate e generalmente mal gestite, sebbene rappresentino un elemento cardine del territorio.
Pochi lo sanno ma nella Provincia di Rimini è presente anche un impianto eolico situato proprio in Alta Valmarecchia, a Casteldelci. Si tratta di una rarità visto che la realtà vede limitate possibilità di sviluppo di questa fonte in Emilia-Romagna.
Sulla base delle indagini sul territorio può essere infatti valutata attualmente solo la possibilità di realizzare micro impianti eolici con una capacità inferiore ai 60 kW. In questo caso l’energia prodotta sarebbe destinata in parte all’autoconsumo di chi realizza l’impianto, in parte alla cessione in rete.
11 novembre 2014