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Da riuso e riciclo nuove opportunità lavorative

riuso e riciclo – “Nel prossimo futuro un giovane disoccupato su sei troverà lavoro nel riuso e nel riciclo. Un’ulteriore conferma di quello che la Rete Nazionale Operatori dell’Usato va affermando da anni: il riuso può essere un vero volano di crescita occupazione ed inclusione sociale a patto che politiche e raccomandazioni comunitarie in materia vengano applicate con determinazione dai Paesi membri”. Ad affermarlo è Antonio Conti, portavoce di Rete ONU, citando un recente studio dell’Ufficio Europeo dell’Ambiente (EEB), a pochi giorni dalla Conferenza “L’Europa del Riuso” che si terrà a Roma i prossimi venerdì 13 e sabato 14.

“La conferenza è una grande occasione per portare il dialogo tra operatori del settore, e di questi con la politica, su di un piano direttamente operativo – ha sottolineato Augusto Lacala, presidente della Rete O.N.U. -. Bisogna evitare che disattenzione e scarsa programmazione inibiscano lo sviluppo di questa importante filiera che riesce a coniugare occupazione e cura dell’ambiente”.

“Sulla scia delle indicazioni europee e del piano di prevenzione rifiuti nazionale si avvieranno in maniera capillare in tutta Italia i centri di riuso: luoghi dove beni e rifiuti possono conoscere una seconda vita, essere sottoposti a controllo, pulizia e riparazione, e distribuiti nella filiera del mercato dell’usato. È importante che l’Italia si doti di regole per farli funzionare efficientemente, in base a processi economicamente sostenibili e modalità orientate al massimo riutilizzo. Nelle politiche di riutilizzo l’ottica di filiera è quella che maggiormente favorisce i cittadini, perchè le operazioni di riuso non gravano interamente sui contribuenti, si genera sviluppo locale, e vengono messe a disposizione merci a prezzo accessibile” afferma Pietro Luppi, direttore del Comitato Scientifico di Rete O.N.U.

“La conferenza sarà un momento importante per condividere know how e ipotizzare sinergie ed economie di scala tra il mondo della cooperazione sociale. Il modello cooperativo ispira ancora molti giovani che ne vorrebbero creare di nuove proprio intorno alle attività di riuso e riciclo. Non neghiamo loro questa possibilità per mancanza di norme, decreti e stanziamenti” sottolinea Aldo Barbini, responsabile del settore cooperative per la Rete O.N.U. che ricorda: “serve una legge di riordino per l’usato, servono certificati verdi per le attività ambientalmente virtuose, e i decreti attuativi in materia di preparazione al riutilizzo”.

Un focus specifico sarà dedicato al fenomeno della rigenerazione produttiva di fabbriche in crisi o fallite da parte degli ex-operai e di giovani disoccupati e precari. Rimaflow a Milano e Officine Zero a Roma ne sono esempi, e non è un caso che riuso e riciclo siano alla base di entrambi i progetti di rigenerazione e riconversione.

Giuseppe Terrasi, ex operaio della manutenzione treni, oggi attivo a Officine Zero, afferma: “Quando il lavoro finisce, e la fabbrica dove hai lavorato una vita diventa un deserto, bisogna avere una prospettiva, che non sia un bel sogno ma che sia praticabile: noi pensiamo che un centro di riuso, dove noi ex operai possiamo lavorare assieme a giovani precari e disoccupati possa essere una prospettiva di questo tipo”.

11 giugno 2014

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