alimentazione e benessere – Poco bianco e molti colori a tavola per restare in forma senza troppi sacrifici.
Il consiglio arriva dal padre della dieta Zona Barry Sears in Italia per partecipare come relatore al congresso internazionale Science in Nutrition, organizzato dalla Fondazione Paolo Sorbini, che si terrà domani e sabato presso l’hotel Principe di Savoia di Milano, dedicato soprattutto alla lotta all’infiammazione attraverso il cibo, per promuovere la qualità della vita e dell’attività sportiva.
Con l’arrivo dell’estate il ricercatore biochimico americano spiega quanto sia importante concentrarsi sul consumo di frutta e verdura.
“La frutta e la verdura colorate sono lo strumento migliore che abbiamo per combattere l’infiammazione e vivere meglio. Il segreto è avere piatti sempre molto colorati, in cui vengano eliminati i carboidrati bianchi: pasta, pane il riso e le patate. Aggiungendo la giusta dose di proteine si può avere la ricetta giusta per una forma e una salute migliore”.
Secondo Barry Sears il cibo va utilizzato come una sorta di farmaco naturale.
“Attraverso l’alimentazione possiamo tenere sotto controllo gli ormoni. E gli ormoni, a loro volta, possono modificare l’espressione dei nostri geni. Per cui attraverso il cibo possiamo in pratica attuare una forma di terapia genica. Ma perché questo sia possibile bisogna trattare gli alimenti come un farmaco: vanno assunti a dosaggi giusti e quando serve”.
Elemento fondamentale della dieta Zona ideata da Sears – che ha venduto 6 milioni di libri negli Usa e altrettanti nel resto del mondo – è quello di tenere, “attraverso l’alimentazione, gli ormoni entro una zona, la zona corretta, in modo che non raggiungano livelli troppo alti, ne siano a livelli troppo bassi”. Altro punto importante è contrastare l’infiammazione.
“L’infiammazione silente, al di sotto della soglia del dolore – spiega il ricercatore americano – è alla base di molte patologie. Ma attraverso la nutrizione possiamo bloccarla. Se non ci riusciamo avremo grossi problemi, non solo in termini di malattie croniche, ma anche di invecchiamento precoce e di minore capacità di concentrazione”.
13 marzo 2014