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A Parigi ‘accordo storico’ sul clima. Ambientalisti: ‘C’è ancora da fare’

cambiamenti climatici – E’ stato raggiunto dopo 13 giorni ricchi di confronti, incontri e lunghe discussioni, l’accordo sul clima.
Ora il testo al quale i delegati di oltre 180 paesi hanno dato il via libera è stato pubblicato sul sito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.

L’intesa parigina è distribuita in 31 pagine e l’impegno sottoscritto “mira a rafforzare la risposta globale alla minaccia dei cambiamenti climatici, in un contesto di sviluppo sostenibile e di sforzi per sradicare la povertà, anche mediante: contenimento dell’incremento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2 gradi centigradi rispetto all’era preindustriale (siamo al momento a +0,8, ndr) e perseguendo gli sforzi nel limitare l’aumento della temperatura di 1.5 gradi, riconoscendo che questo ridurrebbe significativamente il rischio e gli impatti del cambiamento climatico”, come si legge nell’articolo due.

L’impegno contro il surriscaldamento del clima ha messo tutti d’accordo sulla necessità di procedere raggiungendo risultati il prima possibile.

Gioco-forza entro il 2018 gli esperti dovranno esprimersi su quale sarà il livello di emissioni compatibile con un aumento limite di 1,5 gradi.Cop 21 Parigi
Ogni cinque anni dovranno inoltre essere rivisti gli impegni, presi in via volontaria, da parte dei paesi, ad eslusione di quelli in via di sviluppo,

I cambiamenti climatici, secondo l’accordo, vanno affrontati anche “aumentando la capacità di adattarsi agli impatti negativi del cambiamento climatico e promuovendo la resilienza e uno sviluppo a basse emissioni di gas serra, in modo che non minacci la produzione alimentare; rendendo i flussi di finanziamento coerenti con un percorso di sviluppo a basse emissioni di gas serra e resiliente”.

L’accordo non considera l’impegno relativo allo stanziamento pari a 100 miliardi di dollari che ogni anno i paesi sviluppati dovrebbero garantire alle realtà in via di sviluppo. Si fa riferimento all’impegno nelle pagine iniziali dell’accordo, ma si rinvia al 2025 l’intento di formalizzare questo aspetto. Un riferimento generico all’impegno si può leggere solo nel capitolo quattro caratterizzato dalle seguenti parole “al sostegno dei paesi in via di sviluppo che consentirà ambizioni più elevate nella loro azione”.

“Il mondo si é impegnato per un futuro più pulito. L’accordo é una svolta per il mondo” ha sottolineato il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama.
“Non dobbiamo cullarci sugli allori ma l’accordo é forte. Senza Parigi, il futuro sarebbe stato più fosco. Oggi possiamo essere più fiduciosi. Non c’é nulla di più importante di un mondo con un’aria più respirabile”.

Ha parlato dell’accordo più completo mai negoziato il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon “con l’obiettivo di mantenere l’aumento la temperatura media mondiale molto al di sotto dei due gradi dei livelli pre-industriali e i Paesi si apprestano a compiere tutti gli sforzi necessari affinché l’aumento non oltrepassi 1,5 gradi, evitando così l’impatto più catastrofico dei cambiamentirinnovabili - energia climatici”.

Per Greenpeace bene l’accordo sul clima, ma l’unica soluzione per contenere la febbre del pianeta sono le rinnovabili.

“A volte sembra che i Paesi dell’ONU non siano in grado di parlare a una sola voce, ma oggi quasi 200 nazioni si sono sedute intorno allo stesso tavolo per sottoscrivere un accordo globale sul clima – ha spiegato Kumi Naidoo, direttore esecutivo di Greenpeace International
L’accordo fissa l’obiettivo di contenere l’aumento della temperatura media globale al di sotto di 1.5°C, ma gli impegni nazionali di riduzione delle emissioni attualmente in discussione ci porterebbero vicino a un aumento di 3°C. Questo è un grande problema, ma c’è una soluzione: l’importanza delle energie rinnovabili sta aumentando esponenzialmente in tutto il Pianeta. È il momento di accelerare la transizione energetica verso le rinnovabili, l’unica soluzione al problema delle emissioni. Assistiamo a una corsa tra lo sviluppo delle rinnovabili e l’aumento della temperatura, e l’accordo firmato a Parigi potrebbe dare alle fonti rinnovabili la spinta decisiva”.

L’accordo rappresenta un significativo passo in avanti, tuttavia non appare sufficiente ad evitare un surriscaldamento globale inferiore ai 3°C entro il 2050, né stanzia risorse finanziarie sufficienti per l’adattamento al cambiamento climatico per i Paesi in via di sviluppo. Ne è convinta Elisa Bacciotti, direttrice del Dipartimento Campagne di Oxfam Italia
“Nonostante gli impegni assunti per la prima volta da oltre 190 Paesi per salvare il clima, le conclusioni del vertice non appaiono perciò all’altezza delle ambizioni che erano state dichiarate nei discorsi di apertura da parte dei leader di tutto il mondo”.

“Accordo di Parigi: si marcia in modo irreversibile verso un futuro libero da fossili. Ma gli impegni sono insufficienti a contenere la crescita della temperatura entro 1.5 – 2 C° – ha sottolineato il direttore dell’ufficio europeo di Legambiente Mauro Albrizio, che ha raccontato l’evoluzione degli accordi mondiali sul clima.

14 dicembre 2015

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