innovazione sociale – Gruppi di acquisto solidale, car e bike sharing, acquisti a chilometro zero, prodotti sfusi, banca del tempo, car pooling, co-working, orti urbani, investimenti etici, crowdsourcing. Esempi di innovazione sociale, nuovi stili di vita e di consumo basati sui processi collaborativi e di condivisione, che gli italiani conoscono e apprezzano.
Lo rileva una ricerca realizzata dall’istituto Ce&Co per il Salone della Csr e dell’innovazione sociale.
La ricerca ha testato 11 esempi di innovazione sociale, ovvero stili di vita e di consumo basati sui processi collaborativi e di condivisione: gruppi di acquisto solidale, car sharing / bike sharing, acquisti a chilometro zero, acquisto di prodotti sfusi o alla spina, banca del tempo, car pooling, co-working, orti urbani, investimenti etici, crowdsourcing, compravendita dell’usato sul web.
Condotta nel mese di luglio 2014 su un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta (18-65 anni), ha evidenziato come la conoscenza di tali esperienze sia molto alta: il 90% del campione conosce ad esempio gli acquisti sfusi alla spina, che sono stati sperimentati dal 44% degli intervistati mentre il 49% dichiara che vi aderirebbe senz’altro; l’87% del campione conosce gli acquisti a chilometro zero il 48% li ha sperimentati e il 60% lo farebbe; l’85% del campione sa cos’è il car o bike sharing, il 9% ne ha fatto uso e il 28% è disposto a sperimentarlo. Meno noti il crowdsourcing, conosciuto dal 38% del campione e sperimentato dal 4%, o il coworking, noto al 41% degli intervistati e sperimentato dal 2%.
L’interesse verso i concetti analizzati è pressoché unanime: il 90% del campione li considera importanti perché legati alla promessa di nuove esperienze, fondata sull’affermazione di nuovi valori. Ma quali benefit spingono ad aderire alle esperienze di innovazione sociale e qual è il loro peso? Gli italiani rispondono che tali esperienze “danno fiducia nella qualità dei prodotti / servizi acquistati” (27%), “sono attività pratiche e funzionali, si risparmia tempo e si fa meno fatica” (27%), “consentono a volte di fare buoni affari” (23%), “fanno davvero risparmiare denaro” (12%), “riducono gli sprechi e aiutano a preservare l’ambiente” (11%).
“La rivoluzione dei consumi è sotto i nostri occhi – ha sottolineato Carlo Erminero, presidente di CE&Co, presentando la ricerca – La crisi economica, in Europa, e la facilità delle interconnessioni di rete, nel mondo, sono condizioni abilitanti. Ma il motore della rivoluzione sta nella diffusione di una tendenza a riconoscere che le soluzioni dei nostri problemi, e anche delle nostre paure, sta nella capacità di immaginare e realizzare forme di innovazione sociale. Gli attori del cambiamento sociale sono tanti, chiunque lo può diventare – prosegue Erminero – Ma il successo delle nuove idee, se si creano le condizioni abilitanti, dipenderà dalla risposta di una nuova categoria di cittadini/consumatori: i “promotori” dell’innovazione sociale”.
I promotori dell’innovazione sociale sono circa il 25% del campione analizzato ed il loro profilo sociodemografico non mostra forti concentrazioni. Li troviamo in ugual misura al Nord come al Sud, fra gli uomini e le donne. Un po’ più presenti (piccole differenze nell’ordine di 5 punti percentuali) nei grandi centri e fra i laureati. Qualche differenza anche per età, sebbene i più forti innovatori si trovino nella fascia di età fra 30 e 40 anni.
Anche l’appartenenza politica non spiega molto. In tutti i partiti troviamo proporzioni molto simili di innovatori. Questa apparente indeterminatezza si spiega con la varietà dei valori e degli atteggiamenti che sostengono la propensione all’innovazione sociale “bottom-up”. Fra i fattori considerati quattro sono risultati importanti: tenacia, opinion leadership, creatività, civismo e solidarietà.
Oltre a fare bene e ad ottenere buoni risultati di business, è importante per le organizzazioni saper comunicare efficacemente le proprie iniziative di Responsabilità Sociale. “Non bastano infatti bilanci sociali ben fatti, codici etici articolati, messaggi chiari e ben argomentati, dati, informazioni e indicatori”, sottolinea Rossella Sobrero, presidente di Koinètica, del gruppo promotore del Salone.
“Oggi, più che in passato – aggiunge Sobrero – è necessario affiancare alla rendicontazione puntuale di quanto realizzato la testimonianza del valore positivo generato, della consapevolezza di aver contributo alla soluzione di un problema, della soddisfazione per aver coinvolto tanti soggetti nella propria attività”.
“L’organizzazione capace di comunicare in modo efficace – conclude – può rivendicare la propria leadership interpretando la Corporate Social Responsibility come vera opportunità di trasformazione”.
Il Salone della Csr e dell’innovazione sociale è promosso da Università Bocconi, Alleanza delle Cooperative Italiane, Csr Manager Network, Fondazione Sodalitas, Unioncamere e Koinètica. Partner istituzionali: Conai ed Enel.
13 ottobre 2014