mare e inquinamento – Da ieri e sino a venerdì nell’ambito della Campagna Idrografica 2015, la nave Aretusa della Marina Militare, già impegnata nello scandagliamento delle acque dell’Isola di Capraia, parteciperà insieme all’Università di Siena, al progetto “Plastic Busters”, parte integrante delle attività a favore della sostenibilità lanciate attraverso “Med Solutions”.
L’obiettivo del progetto è fare una “fotografia” delle macro e microplastiche che inquinano il Mediterraneo, illustrare le conseguenze che generano sull’ambiente marino e sulla salute della sua fauna e porre in essere le azioni necessarie per pianificare, a livello internazionale, interventi di mitigazione e riduzione del fenomeno.
Nell’ambito dell’accordo di collaborazione siglato tra la Marina Militare e l’Università di Siena, nelle giornate dal 14 al 17 luglio, l’equipaggio di nave Aretusa, al comando del tenente di vascello Giorgio Marini Bettolo, assieme al gruppo di ricercatori dell’Università di Siena guidato dalla Professoressa Cristina Fossi (Dipartimento delle Scienze Fisiche, della Terra e dell’Ambiente), (in collaborazione con Corsorzio LaMMa ed il CNR Spagnolo), raccoglierà campioni delle particelle plastiche in sospensione nel mar Tirreno.
La raccolta dei campioni delle plastiche verrà effettuata grazie ad uno speciale retino, denominato “manta”, in grado di catturare tutte le particelle in sospensione. Inoltre saranno raccolti campioni di plancton in superficie per misurarne la contaminazione. Nella stessa area verranno inoltre studiate le possibili interazioni fra la contaminazione da plastiche e le aree di alimentazione della balenottera comune.
Si rinnova quindi la cooperazione tra nave Aretusa e i “plastic busters”, che già lo scorso anno avevano effettuato con ottimi risultati attività di campionamento del fondale e delle acque alla foce del Tevere.
L’Università di Siena, all’interno dell’iniziativa ONU “Sustainable Development Solutions Network”, sotto la direzione del Rettore Prof. Angelo Riccaboni, è l’ente coordinatore per l’area del Mediterraneo.
La Marina Militare, grazie alla naturale connotazione dual use delle proprie navi, da sempre partecipa a progetti nell’ambito della tutela dell’ambiente marino ed in particolare alle problematiche connesse alla presenza di addensamenti di plastiche nel mare.
15 luglio 2015