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Lo scambio di casa funziona, lo rivela studio

turismo e scambio casa – E’ curioso, interessato alla cultura del luogo, nutre un enorme senso di fiducia verso il prossimo e ama viaggiare con la sua famiglia. E’ lo swapper, in italiano lo “scambista”, il turista del secondo millennio che utilizza lo scambio casa per conoscere il mondo.

E questo il profilo che emerge da una ricerca internazionale condotta dall’Università degli Studi di Bergamo nei mesi di aprile e maggio 2013. Le ricercatrici e professoresse Francesca Forno eRoberta Garibaldi hanno messo a fuoco, attraverso quasi 7 mila interviste, una nuova tendenza. “Anche in ambito turistico – sostengono le ricercatrici – le persone stanno adottando sempre di più modelli di consumo che enfatizzano la comunità rispetto al singolo individuo”.

Attratto da questo sistema in quanto permette di risparmiare, chi scambia la casa è generalmente un turista curioso (il 98% dichiara di essere interessato alla cultura del luogo e l’84% di visitare musei e parchi naturali quando in vacanza) e con un enorme senso di fiducia verso il prossimo (il 75% dice di fidarsi della maggior parte della gente).

Sebbene si tratti di una nuova tipologia di viaggiatori (gli swapper sono molto istruiti, con il 62% che possiede un diploma di laurea o superiore), gli home-exchangers rappresentano una sempre più ampia fetta di viaggiatori appassionati. Ad esempio, il tipico soggetto che sceglie lo scambio casa viaggia con la propria famiglia (il 49% di loro con figli) e proviene da tutti e cinque i continenti, con Stati Uniti, Francia, Spagna, Canada e Italia in cima alla classifica.la mia casa è la tua casa

“Lo scambio di casa – spiega Roberta Garibaldi, professoressa di Marketing e Marketing del turismo, membro di CeSTIT (Centro studi per il turismo e l’interpretazione del territorio – è una delle frontiere più significative del turismo moderno, in quanto incorpora alcune delle dinamiche che caratterizzano il turista del nuovo millennio: il desiderio sempre più crescente di viaggiare più volte all’anno, anche con budget limitati, il bisogno di organizzare un viaggio il più possibile su misura e il desiderio di trasformare il viaggio in un’autentica esperienza sia per conoscere un nuovo paese con tutte le attrazioni sia per immergersi in una nuova cultura”.

“La crisi economica di questi anni – aggiunge Francesca Forno, professoressa di Sociologia e Sociologia dei Consumi, direttrice del CORES LAB (Gruppo di Ricerca sul Consumo, Reti e Pratiche di economie sostenibili) – ha generato un mercato insostenibile. Scambiarsi prodotti e oggetti ha unsenso salutistico oltre che economicamente valido e questa modalità piace a tre italiani su quattro. La tendenza è valida più che mai per il bene più caro che abbiamo, la nostra casa”.

L’acquisto di prodotti del commercio equo e solidale (63%) e di prodotti biologici (73%) è molto importante per gli appassionati di scambio casa, e il 69% cucina autonomamente i pasti quando viaggia, cogliendo tutti i vantaggi di poter acquistare i prodotti del territorio. Quando non è in vacanza, chi scambia la casa è spesso attivo nell’attività di associazioni per il benessere della comunità: il 59% partecipa ad attività di volontariato, che vanno dalla salvaguardia dell’ambiente, alle attività per i giovani, alla tutela culturale e del benessere degli animali.

Con ben il 98% degli intervistati che dichiarano di apprezzare molto lo scambio di casa e l’81% che ha scambiato la casa già più di una volta, il futuro sembra molto promettente per HomeExchange.

22 ottobre 2013

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