lotta al cambiamento climatico – Quest’anno, in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD) collabora con il famoso chef italiano Carlo Cracco, per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’impatto che il cambiamento climatico sta avendo su molti cibi tradizionali in tutto il mondo.
Cracco, che ha aderito alla campagna dell’IFAD “Ricette per il cambiamento” (in cui grandi chef sensibilizzano l’opinione pubblica cucinando piatti con alimenti minacciati dal cambiamento climatico e fanno vedere come l’IFAD lavori insieme agli agricoltori dei paesi in via di sviluppo per aiutarli ad adattarsi), a marzo ha visitato gli altopiani del Marocco orientale.
Cracco ha potuto verificare di persona gli effetti del cambiamento climatico sui tartufi marocchini, un ingrediente chiave di molti piatti tradizionali del paese.
Durante una visita nei luoghi in cui un tempo i tartufi prosperavano, a Cracco è stato spiegato come lo sfruttamento eccessivo dei pascoli e il cambiamento climatico stiano contribuendo al degrado del terreno, causando desertificazione, siccità e periodi prolungati di caldo e freddo.
Cracco ha appreso come il degrado e la perdita di fertilità della terra stiano influendo pesantemente sui raccolti di tartufi e ha cucinato un piatto tradizionale, lo stufato di agnello (tajin), con una contadina del luogo, Fatima Abed, parlando con lei delle ripercussioni del fenomeno in questione sulle comunità locali.
“Il fatto di venire qui è stato un po’ come portarti con i piedi per terra… perché se abbandoni il deserto viene avanti” ha detto Carlo Cracco.
“Così è importante cercare di costruire qualcosa per chi abita qui, perché non se ne vada, perché rimanga e non si sposti”.
Trasmettendo l’episodio di “Ricette per il cambiamento” in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, IFAD spera di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica su quanto può essere fatto per aiutare i piccoli agricoltori ad adattarsi al cambiamento climatico.
In Marocco, per esempio, un progetto finanziato dall’IFAD sta lavorando per fermare l’avanzata del deserto. In stretta collaborazione con le comunità locali e con il sostegno dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale (UNIDO), il progetto promuove la gestione sostenibile delle risorse naturali reintroducendo piante native, recintando aree per sottrarle al pascolo e costruendo microdighe per la raccolta dell’acqua in un’area di oltre 3,5 milioni di ettari.
“Il cambiamento climatico è un dato di fatto,” ha dichiarato Cracco.
“Forse si può rallentare, ma non si può fermare. Perciò noi dobbiamo aiutare chi lavora per recuperare, per far sì che ci sia un cambiamento nel modo di contrastare la lotta al clima, al cambiamento del clima”.
05 giugno 2015