. L’Italia in Nepal per 'pulire' il tetto del mondo - Verdecologia

L’Italia in Nepal per ‘pulire’ il tetto del mondo

sostenibilità ambientaleSostituire le batterie e i moduli fotovoltaici che alimentano la “Piramide” del laboratorio-osservatorio internazionale di ricerca del Comitato Ev-K2-CNR, voluto dal prof. Ardito Desio, installato a quota 5050 metri per lo studio dei cambiamenti climatici e ambientali, della medicina e della fisiologia umana. È l’obiettivo della straordinaria missione intrapresa da Cobat, Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo, e dal Comitato Ev-K2-CNR, che prenderà il via nei prossimi giorni da Kathmandu con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente.

Nell’arco di 18 giorni, saranno trasportati e installati 120 moduli fotovoltaici nuovi, sviluppati su 66 metri quadrati, che forniranno 9 Kw di energia pulita alla Piramide e all’intero campo base. Dopo aver raggiunto Kathmandu, il team della missione si metterà in cammino, percorrendo a piedi i sentieri in terra battuta e sassi, il solo modo per raggiungere la Piramide.

I materiali – moduli fotovoltaici di Vipiemme Solar e gli accumulatori di Fiamm – partiranno in aereo da Kathmandu per Lukla, 2.860 metri, e da lì saranno trasportati da oltre un centinaio di portatori e da altrettanti yak fino ai 5.050 metri della Piramide. I moduli e gli accumulatori, che verranno sostituiti benché ancora funzionanti, da modelli tecnologicamente più avanzati, saranno donati a due cooperative di Dinboche, nella Khumbu Valley. Nascerà così una “Community Solar Station” che fornirà elettricità agli abitanti del paese.

Laboratorio-Osservatorio Internazionale Piramide3Già nel 2002, Cobat raggiunse il Laboratorio per recuperare oltre 3.500 kg di batterie al piombo esauste: a undici anni di distanza Agostino Da Polenza, presidente dell’EvK2CNR, ha sottoposto al Consorzio l’ipotesi di una nuova collaborazione che prevedesse la sostituzione non solo delle batterie, ma anche dei pannelli fotovoltaici. “Abbiamo accolto la nuova sfida – spiega il presidente di Cobat, Giancarlo Morandi – con l’obiettivo di contribuire alla salvaguardia ambientale di questo paradiso naturale, simbolo di un ecosistema perfetto. La gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti e la tutela del territorio, peraltro, rappresentano due degli elementi cardine dell’azione del Consorzio e della sua rete. Un’azione che Cobat porta avanti ovunque, dalle autofficine alle isole ecologiche, dai rifugi di montagna ai fondali marini”.

Grazie alla sua posizione geografica, il Laboratorio di ricerca ad alta quota voluto da Ardito Desio e realizzato nel 1989 da aziende italiane, offre opportunità uniche per lo studio dei cambiamenti climatici e ambientali, della medicina e della fisiologia umana in condizioni estreme, della geologia, della geofisica e dei fenomeni sismici.

“Sono passati 25 anni – racconta Agostino Da Polenza – dalla decisione di alimentare con pannelli fotovoltaici il Laboratorio. Nel tempo la necessità di energia è cresciuta e con essa anche il numero di pannelli, la loro quantità e qualità, e solo ora la resa dei moduli fotovoltaici ci consiglia la loro sostituzione. I nuovi moduli garantiranno energia per un nuovo, lungo periodo, e al contempo ci consentiranno di dimostrare che il nostro Paese è all’avanguardia nel campo del rispetto dell’ambiente”.

La missione, che si concluderà il 14 ottobre con il ritorno della spedizione in Italia, gode del patrocinio del Ministero dell’Ambiente. “Questo progetto – afferma il sottosegretario Marco Flavio Cirillo – conferma l’attenzione alla sostenibilità ambientale e all’innovazione tecnologica che caratterizza il tessuto imprenditoriale della green economy nel nostro Paese. Ringrazio per questo il Comitato EvK2CNR e Cobat, che con la sua attività contribuisce a dare impulso a un settore economico fondamentale per la ripresa italiana in una logica di sostenibilità”.

Per il presidente della Commissione Ambiente del Senato, Giuseppe Marinello, “Cobat si impegna ancora una volta per la salvaguardia ambientale, scongiurando ogni pericolo di dispersione di rifiuti pericolosi anche oltre i confini nazionali. Il Consorzio, pur non avendo più dal 2008 lo status di ‘obbligatorio’ e lavorando quindi in un mercato di libera concorrenza, mantiene saldo il valore della tutela ambientale tramite il suo modello di rete virtuoso”.

25 settembre 2013

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