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Le alghe? Il carburante di domani

mobilità sostenibileDalle alghe il carburante di domani? Non è solo un’ipotesi ma una scelta concreta presa in esame da un team di scienziati europei in missione per dimostrare che le microalghe possono essere usate per produrre bioetanolo da utilizzare come biocarburante per meno di 0,40 euro al litro.
Le alghe potrebbero essere considerate molto presto una risorsa e non più un problema.

Quelle di colore blu-verde, ormai presenti sia nei mari che nelle acque dolci di tutto il mondo, possono essere trasformate in biocarburante.
I risultati sono contenuti nel progetto DEMA (“Direct Ethanol from MicroAlgae”), finanziato dall’UE, che si sta concentrando sui cianobatteri, una microalga che si trova in quasi tutti gli ambienti terrestri e acquatici, compresi oceani, laghi e terreni umidi, e sulle rocce. I cianobatteri ottengono la loro energia mediante la fotosintesi.

Il team di ricerca sta tentando di migliorare la produzione di biocarburante a due livelli. Prima di tutto il team presenterà la possibilità di produrre etanolo mediante l’ingegneria metabolica, alterando le reazioni chimiche che avvengono nelle cellule, in modo da poter produrre efficacemente bioetanolo.

Il bioetanolo verrà quindi secreto dalle alghe e filtrato dal terreno di coltura attraverso una membrana.

Il team DEMA svilupperà e dimostrerà questa tecnologia, ed è fiducioso che questo processo, una volta messo a punto, sarà superiore a qualsiasi altro presentato finora nella letteratura scientifica.

I biocarburanti hanno il potenziale di ridurre in modo significativo la produzione di carbonio dei trasporti e di ridurre il suo impatto sul cambiamento climatico. Usare le microalghe per produrre biocarburanti presenta molti vantaggi rispetto ad altre forme di biomassa: esse esistono spontaneamente e crescono velocemente, e poiché non crescono sulla terraferma, non entrano in competizione con le colture alimentari.

Il progetto riunisce nove partner sia del mondo accademico che industriale provenienti da sei paesi UE. Esso è coordinato dall’Università di Limerick in Irlanda e ha ricevuto quasi 5 milioni di euro dall’UE nell’ambito del filone energia del Settimo programma quadro (7° PQ). Il progetto ha iniziato il proprio lavoro nel dicembre 2012 e lo concluderà nel maggio 2017.

10 settembre 2013

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