cambiamento climatico – Uno studio choc informa sulle disastrose conseguenze che il riscaldamento terrestre produrrà.
“Il mare non è mai stato amico dell’uomo”, scriveva Joseph Conrad e oggi la frase torna a ronzare in testa considerando che lo scrittore forse non aveva tutti i torti.
La novità ricca di presagi negativi arriva dalle pagine dello studio pubblicato dal gruppo americano Climate Control, secondo cui presto il mare sommergerà gran parte delle città di tutto il mondo.
La tesi è corredata da una serie dettagliata di motivazioni e dati che spiegano come il riscaldamento terrestre, dovuto alle eccessive emissioni globali di gas serra, porterà allo scioglimento dei ghiacciai e al conseguente aumento del livello del mare. New York? Londra? Amsterdam? Shangai? Dimenticatele, saranno solo un’agghiacciante distesa d’acqua.
Secondo lo studio, entro la fine del secolo la temperatura globale potrebbe aumentare di 4°C, portando a disastri meteo di portata mondiale ed esponendo a rischi irreversibili dai 470 ai 760 milioni di persone. Tra le zone più colpite, fortunatamente, non risulta l’Italia. Secondo lo studio, del nostro Paese saranno spazzate via “solo” Venezia, Napoli e Pisa, mentre da Fiumicino l’acqua si avvicinerà a Roma e all’entroterra.
La colpa è dell’uomo, senza ombre di dubbio e dell’eccessiva emissione di CO2. L’ecosistema risente pesantemente dell’attività umana e non reggerà ancora a lungo.
Anzi, Climate Control tira una linea fin troppo precisa: dai 100 ai 200 anni. A meno che non si comincino ad attuare aggressive politiche di mitigazione: secondo gli esperti, infatti, interrompendo l’aumento di temperatura a 2°C invece che 4°, i danni sarebbero di minore entità e ci sarebbero meno persone da evacuare (circa 130 milioni). Ma si tratta di ipotesi ormai remote, o quanto meno di difficile attuazione.
Lo studio assume ancor più rilevanza perché emerso a poche settimane dalla Conferenza sul Clima di Parigi (30 novembre-11 dicembre) e qualche giorno dopo il primo post del presidente USA Barack Obama, incentrato proprio sui cambiamenti climatici.
12 novembre 2015