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Il Manifesto di Assisi: l’alleanza italiana a sostegno dell’ambiente

lotta alla crisi climatica – Salutata ad Assisi la nascita dell‘alleanza italiana che getta le basi per combattere la crisi climatica.
La proposta, che punta dritta alla promozione di “un’economia a misura d’uomo”, si sviluppa attraverso un testo, quello del Manifesto di Assisi, ripartito in dieci punti specifici.

Presentata nel Salone Papale del Sacro Convento di Assisi, ha raccolto in un batter d’occhio oltre 2.000 adesioni, che arrivano da rappresentanti di istituzioni, mondo economico, politico, religioso e non ultimo della cultura.

Fra i promotori presenze di spicco

Fra i promotori del Manifesto di Assisi troviamo 7 presenze di spicco come il presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci, il Custode del Sacro Convento di Assisi padre Mauro Gambetti, il direttore della rivista San Francesco, padre Enzo Fortunato, il presidente di Coldiretti Ettore Prandini, il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, l’amministratore delegato Enel Francesco Starace e l’amministratore delegato di Novamont Catia Bastioli, accomunati da un’idea di sviluppo sostenibile.

La sfida è affrontare con coraggio la crisi

“Affrontare con coraggio la crisi climatica non è solo necessario – si legge nel testo del Manifesto – ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro.
Siamo convinti che, in presenza di politiche serie e lungimiranti, sia possibile azzerare il contributo netto di emissione dei gas serra entro il 2050. Questa sfida può rinnovare la missione dell’Europa dandole forza e centralità. E può vedere un’Italia in prima fila”.

Un’Italia che accetta la sfida per mettere in movimento il paese “in nome di un futuro comune e migliore”.

I dieci punti del Manifesto

1. L’ostilità è una barriera che ostacola la comprensione. Nel rispetto del diritto-dovere di cronaca e delle persone occorre comprendere. Scriviamo degli altri quello che vorremmo fosse scritto di noi.

2. Una informazione corretta lo è sempre, sono la fiducia e la lealtà a costruire una relazione onesta con il pubblico. Non temiamo di dare una rettifica quando ci accorgiamo di aver sbagliato.

3. Difendiamo la nostra dignità di persone, ma anche quella altrui, fatta di diversità e differenze. Tutti hanno diritto di parlare e di essere visibili. Diamo voce ai più deboli.

4. Costruiamo le opinioni sui fatti e quando comunichiamo rispettiamo i valori dei dati per una informazione completa e corretta. Dietro le cifre ci sono gli esseri umani. Impariamo il bene di dare i numeri giusti.

5. Se male utilizzate, le parole possono ferire e uccidere. Ridiamo il primato alla coscienza: cancelliamo la violenza dai nostri siti e blog, denunciamo gli squadristi da tastiera e impegniamoci a sanare i conflitti. Le parole sono pietre, usiamole per costruire ponti.

6. Facciamoci portavoce di chi ha sete di verità, di pace e di giustizia sociale. Quando un cronista è minacciato da criminalità e mafie, non lasciamolo solo, riprendiamo con lui il suo viaggio. Diventiamo scorta mediatica della verità.

7. Con il nostro lavoro possiamo illuminare le periferie del mondo e dello spirito. Una missione ben più gratificante della luce dei riflettori sulle nostre persone. Non pensiamo di essere il centro del mondo.

8. Internet è rivoluzione, ma quello che comunichiamo è rivelazione di ciò che siamo. Il nostro profilo sia autentico e trasparente. Il web è un bene prezioso: viviamolo anche come bene comune.

9. La società non è un groviglio di fili, ma una rete fatta di persone: una comunità in cui riconoscersi fratelli e sorelle. Il pluralismo politico, culturale, religioso è un valore fondamentale. Connettiamo le persone.

10. San Francesco d’Assisi operò una rivoluzione, portare la buona notizia nelle piazze; anche oggi una rivoluzione ci attende nelle nuove agorà della Rete. Diamo corpo alla notizia, portiamola nelle piazze digitali.

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