sostenibilità – Lo abbiamo letto su blog e riviste, visto su reportage ai telegiornali: l’ecosistema che ci circonda, a cui dobbiamo l’esistenza, è ingolfato dei nostri rifiuti.
Lo sapevamo da tempo ma, un po’ per pigrizia, un po’ perché pensavamo che i richiami ecologisti fossero solo esagerati allarmismi, non ci abbiamo fatto davvero caso. Ora però il pianeta si sta lentamente risvegliando di fronte ad un semplice fatto: il nostro stile di vita non è più sostenibile sul lungo periodo.
Dopo aver riempito oceani, prati e fiumi di plastica, gli avanzi del nostro consumo si possono ora trovare sulle cime himalaiane, cosi come nel profondo della fossa delle Marianne o nelle distese selvagge del deserto del Kalahari. Lentamente, grazie anche ai richiami delle nuove generazioni, stiamo lentamente compiendo i primi passi per ridurre la nostra produzione di materiale che sarà ancora in circolazione tra mille anni. In Germania, così come in molti altri paesi europei le borse della spesa monouso sono state vietate da molti supermercati, lo stesso sta iniziando a succedere alle bottiglie di plastica, alle cannucce e a tanti altri prodotti che per decenni abbiamo gettato via senza pensarci troppo.
Un consumo sostenibile
Il futuro può e deve essere compostabile. Non occorre tornare all’età della pietra e cancellare completamente il consumo, ma dobbiamo fare in modo che quello che creiamo e compriamo, una volta terminato il suo ciclo di utilizzo possa essere gettato in un cesto compostabile e, dopo poche settimane o mesi, tornare a far parte in breve tempo del ciclo naturale.
Un settore dove sicuramente c’è ancora del lavoro da fare è quello del design d’interni che, come la moda, ha vissuto un cambiamento epocale nel corso di una generazione. Mentre i nostri nonni, ma spesso anche i nostri genitori, si tenevano per tutta la vita il mobilio comprato in occasione del matrimonio, oggi le esigenze sono cambiate e anche l’arredamento di casa deve essere periodicamente aggiornato per stare al passo con i tempi.
Questo è dispendioso, sia in termini economici che ecologici, in quanto i mobili usa e getta sono ricchi di plastiche e materiali con vernici sintetiche non riciclabili. Un modo economico per aggiornare il look della propria casa è quello di cambiare la carta da parati, un arredo che negli ultimi anni sta vivendo una vera e propria rinascita. Grazie ai progressi della tecnologia e dei materiali, le tappezzerie sono infatti tornate alla moda in dato che offrono una soluzione semplice ma elegante alla nostra esigenza di personalizzare il nostro spazio abitativo.
Il problema è che le carte da parati non sono riciclabili, essendo costituite generalmente da materiali in tessuto non tessuto o da carta. Le proprietà adesive dei modelli in tessuto non tessuto (TNT), che li rendono così comodi da applicare alle pareti, sono in parte dovute all’aggiunta di fibre sintetiche il che li rende impossibili da riciclare. Di conseguenza, una volta sostituiti con un nuovo modello, questi finiscono in discarica o in impianti di incenerimento dei rifiuti, producendo anidride carbonica che va a disperdersi nell’atmosfera.
Anche le carte da parati a base di carta, pur sembrando un’opzione più ecologica, a causa dei coloranti industriali utilizzati nel loro processo produttivo e dell’adesivo presente dopo la loro rimozione, non sono solitamente riciclabili.
Veruso Lino – una carta da parati interamente compostabile
Cogliendo un’opportunità per creare qualcosa di davvero innovativo, una piccola azienda chiamata Carta da parati degli anni 70 ha recentemente lanciato una nuova carta da parati completamente compostabile.
Il prodotto in questione si chiama Veruso Lino ed è composta interamente da fibre di origine vegetali, con il lino (da cui prende il nome) a farla da padrone. Il lino è una delle più antiche fibre tessili conosciute dall’uomo ed ha il vantaggio di richiedere pochissima acqua per la sua coltivazione. Le fibre di lino utilizzate per creare Veruso Lino provengono dalla Normandia e sono miscelate, grazie ad un innovativo processo produttivo, con della viscosa naturale. Malgrado il nome la faccia sembrare un prodotto sintetico, la viscosa è un prodotto a base di legno, proveniente dall’azienda austriaca Lenzing, che utilizza legno proveniente da una silvicoltura sostenibile e certificato FSC.
Questa innovativa carta da parati, disponibile in una calda tonalità naturali, presenta molte caratteristiche interessanti: è infatti in grado di regolare l’umidità, a bassa infiammabilità ed è totalmente priva di sostanze tossiche, avendo ottenuto la prestigiosa certificazione “STANDARD 100 by OEKO-TEX”.
Una volta giunto il momento di cambiarla, basterà gettarla via nella vostra compostiera e dopo qualche mese (i tempi variano leggermente a seconda della stagione questa si sarà completamente decomposta. Se vi interessa saperne di più potete acquistarla qui.
Certo, ci sono tanti altri passi da fare per garantire alle generazioni a venire un futuro sostenibile, ma ogni passo che facciamo nella giusta direzione, grande o piccolo che sia, ci aiuta ad arrivare alla meta.