. Il contributo della bioagricoltura nella Carta di Milano di Expo 2015

Il contributo della bioagricoltura nella Carta di Milano di Expo 2015

bioagricoltura – Suoli più fertili, più resistenza ai mutamenti climatici, più lavoro e retribuzioni eque.
Il contributo della bioagricoltura entra a pieno titolo nella Carta di Milano di Expo 2015.

“L’attuale sistema agricolo e alimentare è insostenibile. Genera ingiustizia e dolore. Impoverisce i suoli e i contadini, avvelena il territorio e il consumatore, rende più fragili gli ecosistemi ed è tra le principali cause del climate change. Non ha eliminato la fame nel mondo e anzi, arricchisce pochi a danno di molti. Non è in grado di creare stabilmente occupazione e svuota le campagne.
L’Expo di Milano ha avuto il grande merito di accende i riflettori su questi temi ed è molto importante che la Carta di Milano contenga un messaggio chiaro sull’urgenza di un nuovo modello agricolo ispirato all’Agricoltura biologica e biodinamica” ha spiegato Carlo Triarico, presidente dell’Associazione Italiana Agricoltura Biodinamica, al quale è stata affidata la stesura del contributo sulla bioagricoltura alla Carta di Milano che oggi viene presentata  all’Expo 2015 al Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon nel corso della Giornata Mondiale sull’Alimentazione.agricoltura biodinamica

“L’agricoltura biologica e biodinamica ha avuto un ruolo per costruire la Carta di Milano e costituisce la formula con cui ora potranno essere declinati i suoi principi. L’Italia può assumere la leadership di questo processo virtuoso”.

L’agricoltura biologica e biodinamica ha infatti dimostrato di poter ispirare un valido modello e costituire una concreta prospettiva per nutrire il Pianeta. Non è solo un modo per coltivare la terra in armonia con l’ambiente e per produrre prodotti più buoni, più sani e più sicuri, ma è soprattutto una chiave per riformare la società, per far ripartire l’economia, per creare nuovi posti di lavoro e per difendere il territorio.

“Siamo davanti a una vera rivoluzione. L’Italia divenga dunque la piattaforma mondiale di un nuovo modello produttivo, ecologico e resiliente. Occorrono da subito imprenditori, ricercatori e decisori politici che investano in ricerca e formazione in bioagricoltura, per costruire questa leadership. Già oggi l’Italia è il maggior paese esportatore di biologico nel mondo con circa 1 miliardo e 300 milioni di fatturato, mentre il mercato interno vale ben 2 miliardi di euro l’anno.
Oltre l’11% della superficie agricola nazionale è bio, mentre l’agricoltura biodinamica, vede nel nostro paese una vera e propria terra d’elezione, visto che l’Italia è seconda al mondo per ettari certificati. Il mondo dell’agricoltura biodinamica, donna agricolturacomposto da oltre 4500 piccole e grandi aziende, è parte integrante di quel quadro d’insieme che rende il nostro paese unico e speciale agli occhi del mondo, fatto di agricoltura, alimentazione, paesaggio, ambiente, turismo e artigianato”.

“Infine – conclude Triarico – i terreni coltivati con l’agricoltura biodinamica, rispetto a quelli coltivati con i metodi tradizionali, sono più resistenti all’erosione e al rischio desertificazione fino al 60%. E non solo, reagiscono meglio ai mutamenti climatici e all’erosione genetica, perché ospitando una maggiore varietà di piante e animali e microorganismi che rendono l’ecosistema più resistente, affrontano meglio le situazioni di disturbo e di stress come le variazioni di climatiche. Una qualità non da poco, per un paese sempre più drammaticamente segnato dagli effetti devastanti dei mutamenti climatici”.

16 ottobre 2015

Scritto da

Nessun Commento.

Lascia un Commento

Commento