vetro sostenibile – Oltre 20mila occupati, un contributo alla formazione del Pil italiano di 1,4 miliardi di euro, un tasso di riciclo più del 71%, oltre 9.600 tonnellate di bottiglie e barattoli prodotte ogni giorno, investimenti medi di 89 milioni di euro l’anno, soprattutto destinati a “miglioramenti” in chiave ambientale.
L’intera filiera italiana dei contenitori in vetro, considerata una delle eccellenze nazionali, é stata messa sotto la lente d’ingrandimento dallo studio “Contributo dell’industria dei contenitori in vetro in Italia in termini sociali, economici ed ambientali” realizzato da Ernst& Young sui maggiori mercati europei per conto di Feve, la Federazione europea dei produttori dei contenitori in vetro, e presentato da Assovetro, l’Associazione nazionale degli industriali del vetro aderente a Confindustria.
“Questa ricerca – ha detto Franco Grisan, presidente della sezione contenitori di Assovetro – dimostra il peso dell’industria italiana dei contenitori in vetro non solo sull’economia nazionale, ma anche nella ricerca di sempre migliori e più efficienti standard ambientali. E’ importante che gli stabilimenti di produzione siano presenti su tutto il territorio italiano, creando così valore da nord a sud in termini di occupazione, in termini di maggiore prossimita’ all’industria alimentare di riferimento ed in termini di riciclo del vetro dei contenitori usati”.
Lo studio ha preso come riferimento il 2012, anno i cui dati di settore sono tutti disponibili. Gli occupati totali nella filiera del vetro sono 20.200, di cui 7.100 diretti e meno del 3% a tempo determinato.
Il 48% dei lavori indiretti sono imputabili agli acquisti effettuati dalle vetrerie verso i vari fornitori di beni o di servizi. Le aziende che producono contenitori in vetro presenti in Italia sono 12 e dispongono complessivamente di 27 stabilimenti produttivi distribuiti in tutta Italia, anche se c’é una maggiore concentrazione al Nord (la regione con più unità produttive é la Lombardia con 5).
Nel 2012 la produzione dei contenitori in vetro é stata di 3.400.000 tonnellate circa, pari a 9.600 tonnellate di bottiglie e vasi prodotti ogni giorno. Il consumo apparente é stato di 3.562.000 tonnellate circa e l’immesso al consumo sul territorio nazionale é stato di 2.212.000 tonnellate: questi due dati evidenziano l’importanza delle esportazioni indirette del settore.
La filiera dei contenitori in vetro nel suo complesso contribuisce con 1,4 miliardi di euro alla produzione del prodotto interno lordo italiano. L’industria, da parte sua, crea più di 700 milioni di euro di valore aggiunto, cui si deve sommare quasi la stessa cifra (705 milioni) derivante dall’intera filiera (supply chain). Per quanto riguarda le esportazioni, i contenitori in vetro seguono il flusso ed i volumi dei prodotti che contengono, soprattutto cibi e bevande.
Nel 2012, infatti, la bilancia commerciale dei prodotti imballati in vetro é stata positiva, raggiungendo la cifra di oltre 5 miliardi di euro. Sul fronte degli investimenti, l’industria ha impiegato negli ultimi 10 anni una media di 89 milioni di euro l’anno, il 70% di questi investimenti é servito a migliorare gli impianti in un’ottica green, soprattutto per installare dispositivi in grado di ridurre in maniera sensibile le emissioni e per favorire l’efficienza energetica. Sul fronte dell’impatto ambientale, nel 2012 il tasso di riciclo é stato pari al 71% (la media europea é stata del 70%) e sono state raccolte sul territorio nazionale quasi 1,7 milioni di tonnellate di vetro da avviare al riciclo, una quantità questa che posiziona l’Italia al terzo posto dopo Germania e Francia.
L’Italia é anche al di sopra della media europea per quanto riguarda il rottame utilizzato in bottiglie e vasetti, con una media del 59% rispetto al 52% di quella europea. L’industria dei contenitori in vetro é poi a Km quasi 0, grazie ad una distribuzione omogenea sul territorio degli stabilimenti produttivi, unita ad una produzione destinata quasi totalmente (88%) al mercato nazionale e alla vicinanza degli stabilimenti ai loro clienti (il 47% e’ nel raggio di 300 chilometri). Anche le materie prime devono fare poca strada per raggiungere gli stabilimenti, l 81%, infatti, sono prodotte localmente.
28 gennaio 2015