sviluppo sostenibile – Mette in fila 33 proposte il documento realizzato da Legambiente per rilanciare l’Italia in chiave green.
La Fase 2 secondo l’associazione deve puntare dritta verso scelte consapevoli in un intreccio robusto fra innovazione, di cui l’Italia ha uno straordinario bisogno, e la riduzione delle disuguaglianze, come oggi solo gli investimenti green consentono.
Tre i campi di intervento della ‘ricetta green’: semplificazione delle procedure, interventi di rilancio dell’economia con fondi europei, sblocco di risorse e di provvedimenti ministeriali in stallo.
#Fase2 un’occasione di rilancio
“La Fase 2 è un’occasione che l’Italia non deve sprecare – spiegano da Legambiente -.
Si può rilanciare l’economia e aiutare famiglie e imprese puntando su semplificazioni e interventi rapidi per la diffusione della banda larga e delle ricariche delle auto elettriche, per avere scuole sicure e case dove si riducono le bollette energetiche, per sbloccare gli impianti da rinnovabili, togliere le barriere non tecnologiche che rallentano l’economia circolare, le bonifiche dei siti inquinati e la rigenerazione urbana”.
33 proposte e tre grandi campi di intervento
Le 33 proposte, inserite nel documento ‘Non sprechiamo la #Fase2′, guardano al futuro del Paese e sono condivise da tante imprese e associazioni del terzo settore.
Entrando nel merito Legambiente sintetizza la proposta in tre grandi campi di intervento:
1) la semplificazione di procedure (quindi a costo zero) con 12 proposte che accelerano gli investimenti per l’installazione di impianti da fonti rinnovabili, la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente, l’installazione di reti a banda larga e per le ricariche delle auto elettriche, la semplificazioni in materia di VIA e partecipazione dei cittadini, solo per citarne alcuni;
2) interventi di rilancio dell’economia che indirizzano fondi già stanziati da politiche nazionali e su cui indirizzare le risorse del Green Deal europeo, per un totale di 13 interventi, tra cui la proroga e revisione degli incentivi per gli interventi di efficienza energetica e la messa in sicurezza del patrimonio edilizio esistente, la creazione di un fondo per l’efficienza energetica e l’accesso al credito da parte delle famiglie, interventi di adattamento ai cambiamenti climatici nei comuni italiani;
3) lo sblocco di risorse e di provvedimenti ministeriali purtroppo in stallo, con nove interventi in campi diversi e strategici che vanno dalla mobilità (sblocco del “buono mobilità” per le famiglie contenuto nel Decreto clima, delle risorse per le piste ciclabili della Legge di Bilancio 2020), per la riqualificazione del patrimonio edilizio (Legge Bilancio 2020), per la realizzazione delle foreste urbane (Decreto clima) fino allo sblocco delle risorse per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni (Legge Realacci). E poi completare l’anagrafe dell’edilizia scolastica e accelerare diversi interventi.
In particolare, per Legambiente sarebbe importante utilizzare i mesi di chiusura delle scuole per realizzare indagini diagnostiche dei solai, l’adeguamento alla normativa antincendio, le verifiche di vulnerabilità sismica; ma anche interventi di manutenzione ordinaria per implementare sistemi di sicurezza e distanziamento indispensabili nella fase di rientro anche per gli studenti.