. Etichette energetiche 'furbette' per 1 elettrodomestico su 4

Etichette energetiche ‘furbette’ per 1 elettrodomestico su 4

etichette energetiche – Secondo round di “Etichetta furbetta”, l’indagine realizzata da Legambiente in collaborazione con Movimento Difesa del Cittadino per verificare la corretta applicazione delle etichette energetiche in Italia su frigoriferi, cantinette per vini, forni, condizionatori, televisori e quest’anno  anche aspirapolvere, che da settembre 2014 hanno una loro etichetta.

Su 4602 prodotti controllati tra negozi fisici (3150) e negozi online (1452), il 74% è risultato etichettato correttamente: l’82% nei negozi fisici e solo il 23% nei negozi online. Un prodotto su 4 risulta, quindi, venduto senza etichetta o con l’etichetta scorretta: un dato alto ma migliore rispetto allo scorso anno in cui le etichette scorrette o assenti riguardavano un prodotto su 3.

La ricerca si inserisce nel progetto pilota Marketwatch, finanziato dal programma IEE della Commissione europea e che unisce sedici realtà della società civile che vanno ad affiancare le istituzioni nel settore del controllo di mercato a livello europeo nel campo delle etichette energetiche. L’obiettivo è quello di monitorare la corretta applicazione della direttiva sull’etichetta energetica nei negozi online e fisici, ma anche le dichiarazioni dei produttori e la veridicità delle etichette dei prodotti.
Legambiente e MdC hanno realizzato 14 visite a punti vendita tradizionali e 11 verifiche a punti vendita online.

“Le direttive Ecodesign ed Etichetta Energetica – dichiara Davide Sabbadin, responsabile efficienza energetica di Legambiente – sono di notevole importanza per il clima e l’ambiente. Se venissero correttamente applicate, il taglio annuale alle emissioni di CO2 sarebbe di circa 500 milioni di tonnellate, cioè l’1,5% delle emissioni mondiali, pari a quelle del parco auto circolante in Europa. Inoltre, la loro applicazione potrebbe far risparmiare quasi 400 euro a famiglia.

Purtroppo, però – prosegue Sabbadin – queste direttive non sempre vengono applicate e i consumatori speetichetta energetica elettrodomesticisso non sono in condizione di scegliere correttamente i prodotti in vendita: alcuni prodotti sono meno efficienti di quanto dichiarato sull’etichetta, altri sono privi delle indicazioni energetiche che dovrebbero essere fornite al consumatore”.

“Emerge un grave problema – aggiunge Antonio Longo, presidente Movimento Difesa del Cittadino – riguardante le vendite on line che sono destinate ad aumentare in maniera esponenziale nei prossimi anni. Gli organi di vigilanza, primi fra tutti il MISE, l’Autorità Antitrust e la Polizia postale devono vigilare e intervenire tempestivamente. Da parte nostra continueremo a monitorare anche attraverso questo progetto le proposte di commercio elettronico”.

Campania, Lazio, Emilia Romagna e Veneto sono le regioni dove sono stati controllati 7 negozi specializzati in elettrodomestici ed elettronica, 5 grandi superfici di vendita di mobili e complementi d’arredo, 2 supermercati. I negozi di arredo si confermano quelli con il più altro grado di non conformità (53%), mentre uno dei due supermercati visitati presenta la più alta percentuale di mancata etichettatura (77%).

In questi negozi, le categorie di elettrodomestici con la minore percentuale di conformità sono (come lo scorso anno) i condizionatori d’aria e i forni, rispettivamente con un 49% e 61% di non conformità, mentre gli elettrodomestici dove più facilmente è stata riscontrata la mancanza di etichetta sono gli aspirapolvere (32%), i condizionatori (28%) e le cantinette per il vino (16%).
Va sottolineato che in nessun negozio è stato possibile prendere visione della scheda tecnica informativa che la normativa impone di mettere a disposizione, su richiesta, e che fornisce informazioni suppletive rispetto all’etichetta.

I negozi online, invece, registrano una non conformità del 77%. Si tratta di un valore molto alto se si considera che dal 1 gennaio 2015 è entrata in vigore una specifica normativa che impone la presenza dell’etichetta energetica in evidenza accanto alla foto del prodotto.etichette lampadine
Solo il 23% dei prodotti controllati nei negozi online è da considerarsi correttamente etichettato, ma in questo numero rientrano sia prodotti immessi nel mercato prima del 31/12/2014 e corredati delle corrette informazioni testuali, sia un certo numero di prodotti immessi nel 2015 e corredati dell’etichetta energetica in formato digitale come prevede la nuova normativa.

Quest’ultima però, è largamente disattesa. Nei negozi visitati la percentuale di prodotti con l’etichetta vera e propria è del 9%, mentre per tutti gli altri si hanno solo le informazioni testuali.
“Unica eccezione – sottolinea Davide Sabbadin – il sito che l’anno scorso, per la prima edizione della ricerca, aveva ottenuto la peggiore performance e che quest’anno, anche grazie alla collaborazione con MarketWatch, ha modificato le proprie politiche rispetto all’etichetta ed è risultato conforme alla normativa al 98%”.

Nelle prossime settimane i dati dettagliati per singolo punto vendita verranno resi disponibili nel sito market-watch.it. Nei prossime mesi, inoltre, cominceranno i test dei prodotti, per andare a scoprire se ci sono prodotti le cui prestazioni non corrispondono a quelle dichiarate in etichetta.

31 luglio 2015

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