energia – Cresce l’interesse a livello aziendale per l’efficienza energetica ma spesso non esiste una politica chiara in questa direzione. L‘energy manager, è una figura professionale ancora carente in molti comparti soprattutto nella pubblica amministrazione. A tracciare il quadro è il rapporto 2013 ‘Evoluzione del ruolo degli energy manager in Italia e statistiche sulle nomine’, realizzato dalla Federazione italiana per l’uso razionale dell’energia (Fire) e cofinanziato dall’Enea.
L’energy manager è la figura che si occupa di tenere sotto controllo i consumi e i costi energetici nelle aziende e negli enti. Può essere interna all’azienda o esterna (consulente). Questa figura professionale in Italia è strettamente collegata col responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia, la cui nomina annuale da parte degli enti pubblici è prevista quando si superano i 1.000 tep/anno. Sono stati 1531 gli energy manager nominati nel 2013: solo 144 nella pubblica amministrazione.
In particolare, per il 63% degli intervistati è in crescita il ruolo degli energy manager e il 60% definisce ‘buono’ l’impatto di questa figura professionale sulle scelte aziendali. Purtroppo il numero di realtà con una politica aziendale chiara e quantitativamente espressa sono ancora poche, così come insufficiente appare l’applicazione dei Sistemi di gestione dell’energia (Sge): il 54% degli intervistati, infatti, dichiara che non è presente un Sge. Buona invece la situazione di adozione di sistemi di monitoraggio e di EnPi (Energy Performance Indicator) che descrivano in sintesi la prestazione del sistema energetico.
28 gennaio 2014