energie alternative – Anche l’energia geotermica a bassa temperatura, in accoppiata con altre fonti rinnovabili, può essere usata per produrre elettricità e riscaldamento “verde”.
Lo affermano i ricercatori rappresentanti delle otto nazioni impegnate nel progetto GeoSEE, che si sono riuniti a Padova per il loro secondo incontro.
Le cittadine termali di Battaglia e Galzignano diventano un caso di studi nell’ambito del progetto europeo “GeoSee” per analizzare la presenza di fonti geotermiche a bassa temperatura e la loro possibilità di utilizzo. La scelta è stata fatta dalla Provincia di Padova quale partner del progetto transnazionale che coinvolge 16 soggetti di 8 Paesi europei (Bulgaria, Croazia, Repubblica di Macedonia, Italia, Romania, Serbia, Slovenia e Ungheria). L’iniziativa è stata presentata dalla presidente dell’amministrazione provinciale Barbara Degani e dai sindaci di Galzignano Riccardo Masin e di Battaglia Daniele Donà.
Il progetto ha una durata di 24 mesi (da dicembre 2012 a novembre 2014) e si inserisce nelle strategie dell’Unione europea rispetto alle problematiche dei cambiamenti climatici. Entro il 2020 ogni Stato membro cercherà di dare attuazione ad alcuni ambiziosi obiettivi riassumibili nella sigla “20-20-20”: riduzione di gas serra del 20% rispetto al 1990, 20% del fabbisogno di energia ricavato da fonti rinnovabili, aumento del 20% dell’efficienza energetica.
“La questione dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili ci sta a cuore da tempo – ha detto la presidente Degani – infatti non siamo nuovi a iniziative che puntino al risparmio energetico. Ricordo in particolare il ruolo di coordinamento che stiamo svolgendo per promuovere nei Comuni padovani un progetto che attinge al fondo comunitario “Elena” con l’obiettivo di favorire l’efficienza energetica negli edifici pubblici.
L’iniziativa GeoSEE ci offre la possibilità di capire come poter utilizzare la geotermia visto che alcuni Comuni del nostro territorio, in particolare quelli termali, ne sono naturalmente ricchi. In particolare per questo progetto abbiamo ritenuto di coinvolgere Galzignano e Battaglia perché l’acqua termale sgorga a 68° contro gli 80° di Abano e Montegrotto. La geotermia è una risorsa ancora poco sfruttata che ci darebbe enormi opportunità per risparmiare e tagliare i costi nelle strutture pubbliche. Basti pensare che solo per riscaldare le scuole paghiamo, iva inclusa, 5 milioni di euro all’anno”.
Lo scambio termico con il sottosuolo (geotermia a bassa entalpia) rappresenta una possibilità molto vantaggiosa sul piano economico in quanto consente di dimezzare i costi in bolletta energetica. Grazie a questo tipo di fonte, infatti, si possono sia riscaldare che rinfrescare gli edifici, oltre a produrre acqua calda sanitaria usando come serbatoio termico il sottosuolo.
L’utilizzo di “serbatoi” geotermici a bassa temperatura per la produzione di energia elettrica in Europa è stato studiato solo di recente, quindi sono necessari studi ad hoc per approfondirne la conoscenza. Il progetto GeoSEE intende affrontare questi temi per aumentare il potenziale offerto da questo tipo di geotermia.
La Provincia di Padova ha deciso di analizzare quale “caso-studio” la presenza di fonti geotermiche a bassa entalpia nei territori dei Comuni termali di Battaglia e Galziagnano e l’integrazione con altre forme di energia rinnovabile.
“Per noi è un onore essere stati scelti come caso di studi – ha spiegato il sindaco di Battaglia Donà – perché ci offre anche un modo per tenere alta l’attenzione sullo stabilimento termale ex Inps che metteremo a disposizione per lo studio. Infatti lì ci sono acque termali e vasche di antica origine che ben si prestano a un ipotesi di utilizzo della geotermia”.
“Anche per noi è importante essere stati scelti per questo studio – ha spiegato il sindaco di Galzignano Masin – abbiamo già messo a disposizione dei partner europei coinvolti alcune aziende eccellenze presenti nel nostro territorio, in particolare per l’utilizzo della geotermia nel settore agricolo”.
Il gruppo di lavoro provinciale si relazionerà con il Dipartimento Territorio e Sistemi Agro Forestali (T.e.S.A.F.) dell’Università di Padova, altro partner del progetto comunitario. Infine, in quanto autorità pubblica, l’obiettivo della Provincia sarà quello di coinvolgere gli stakeholder nel promuovere, potenziare e far interagire queste forme di energia rinnovabile.
Il budget del progetto, finanziato per l’85% dal Fondo europeo di Sviluppo regionale e per il 15% a carico del Fondo di rotazione italiano, ammonta a complessivi 2.045.625 euro. Di questi, 190.700 euro è la quota assegnata alla Provincia di Padova e 214.500 è quanto assegnato al dipartimento T.e.S.A.F. dell’Università di Padova.
01 luglio 2013