agricoltura circolare – Le prospettive offerte dall’economia circolare per sfamare quasi 10 miliardi di persone e fornire acqua pulita e combustibile sono legate a doppio filo all’agricoltura.
Applicare i principi dell’economia circolare anche al settore agricolo puntando sul recupero delle risorse sottratte al terreno ma ancora in circolo è una scelta determinante.
Utilizzare gli scarti delle industrie agro-alimentari, i reflui civili, il letame delle stalle, permette di preservare la fertilità del terreno, la biodiversità diminuendo contemporaneamente la quantità di rifiuti prodotti.
Il tema è stato ieri al centro del convegno presso il padiglione del ministero delle Politiche agricole a Expo Milano 2015, “La circolarità del mondo agricolo. L’applicazione dei principi dell’economia circolare in agricoltura”.
L’occasione è risultata propizia per presentare un esempio di eccellenza in fatto di agricoltura circolare, il primo in tutta Europa, che arriva proprio dall’Italia: dal territorio neorurale della Cassinazza, situato tra le province di Pavia e Milano.
“Dal 1996 abbiamo intrapreso un percorso di rinaturalizzazione dell’azienda in linea con la Politica Agricola Comunitaria e finalizzata a ripristinare la giusta sintonia con gli elementi naturali”, spiega Francesco Natta, amministratore delegato di Acqua&Sole srl.
“Il recupero degli elementi nutritivi asportati dai raccolti e scartati nelle successive fasi di utilizzo ci ha resi autonomi da un punto di vista degli elementi nutritivi, riducendo l’inquinamento da nitrati e fosfati”.
I numeri del lavoro fatto alla Cassinazza? In quasi un ventennio sono aumentate del 170% le specie di uccelli presenti, del 146% le specie di libellule, del 105% le specie di farfalle diurne, dell’81% le specie di mammiferi e dell’80% le specie di cavallette.
Per sfamare quasi 10 miliardi di persone al 2050, l’attuale sistema agricolo dovrebbe essere in grado, in meno di 40 anni, di raddoppiare la produzione di soia e carne e di incrementare di un terzo quella di cereali.
Un’agricoltura circolare potrebbe rappresentare la soluzione anche al problema dell’erosione del terreno che causa la perdita, ogni anno nel mondo, di 24 miliardi di tonnellate di suolo, che la natura riesce a ricostituire annualmente solo per una centesima parte: insomma, la natura impiegherà 100 anni per recuperare ciò che l’uomo distrugge ogni anno.
23 settembre 2015