alimentazione e benessere – Una bella notizia in prossimità delle feste natalizie arriva dal 7° congresso regionale della Società italiana dell’obesità (SIO): quando si tratta di linea la qualità della dieta conta più delle calorie assunte.
L’opinione è quella espressa dagli esperti dell’Università “La Sapienza” di Roma, che in occasione congresso regionale SIO hanno presentato il loro indice di qualità della dieta (Iqd), un nuovo parametro che si affianca all’indice di massa corporea nella lotta contro i chili di troppo.
La qualità di ciò che si mangia conta più del numero delle calorie, per mantenersi snelli. Dopo il conto calorico e l’indice di massa corporea’ o Bmi, nasce così l”indice di qualità della dieta’, IQD, un nuovo rapporto che permette agli specialisti di individuare se i cibi che si mangiano faranno o no ingrassare, a prescindere dalle calorie.
Con 2.000 calorie al giorno si può essere obesi oppure magri. La conta energetica dei singoli nutrienti nel piatto non basta.
Meglio valutare come lo si riempie, complessivamente, quel piatto.
Ci sono cibi ad alto rischio sovrappeso, come glicidi, carboidrati,alcuni tipi di formaggi, zuccheri e grassi saturi, ma anche alcuni alimenti che, affiancati ai primi, possono compensarne i danni, come fibre, verdure e cereali integrali.
Il nuovo indice di qualità é stato messo a punto dai ricercatori della sezione di fisiopatologia medica ed endocrinologica del dipartimento di medicina sperimentale dell’università ‘Sapienza’ di Roma.
Gli specialisti hanno svolto uno studio in cui sono stati confrontati i diari alimentari di 120 soggetti con alimentazioni molto diverse fra loro (30 vegani, 30 latto-ovo vegetariani, 30 magri onnivori e 30 obesi onnivori) ma che assumevano quantita’ caloriche sovrapponibili (vegani:circa 1970 calorie al giorno con indice di massa corporea-Bmi 23,6); latto-ovo-vegetariani: 2.174 calorie per 22,9 Bmi; magri onnivori 2.020 calorie e Bmi 23,69; obesi onnivori: 2.140 calorie e 37,9 Bmi) e quantita’ di attivita’ fisica sovrapponibile. Il nuovo indice utilizzato dai ricercatori mette in rapporto i cibi ‘dannosi’ con quelli che hanno un effetto compensatorio tanto da ridurre gli effetti dei primi.
“A parità di calorie assunte ogni giorno da vegani, vegetariani che includono latte e uova, magri onnivori e obesi onnivori si evidenziano pesi decisamente differenti – sottolinea Andrea Lenzi, ordinario di endocrinologia e direttore della sezione di fisiopatologia medica e endocrinologia al dipartimento di medicina sperimentale della Sapienza. – Non e’ solo l’introito calorico a determinare lo sviluppo dell’obesità e del sovrappeso ma come si costruisce il menù, bilanciando i cibi contenenti grassi saturi o glucidi con le fibre. In linea con i dettami della dieta mediterranea, i piatti privi di fibre e verdure e ricchi di grassi saturi, in particolare le carni rosse, non solo fanno ingrassare ma facilitano lo sviluppo di malattie correlate all’obesità”.
16 dicembre 2013