innovazione e rinnovabili – Le ricette per combattere la crisi ci sono e sono credibili. É questo il bilancio delle tre giornate del “VII Forum QualEnergia?” organizzato da Legambiente, Editoriale La Nuova Ecologia e Kyoto Club, in partenariato con Cobat, che si è concluso venerdì, durante le quali si è discusso delle sfide alle quali si trovano di fronte le imprese nell’attuale scenario energetico in radicale trasformazione che mette in connessione, attraverso tecnologie innovative come l’Information Tecnology, gli aspetti più diversidell’attività umana e del vivere civile.
«Rinnovabili, informazione, big data, edilizia innovativa, mobilità sostenibile e nuovi stili di vita si stanno interfacciando tra di loro offrendo soluzioni inedite che consentono di immaginare servizi integrati in grado di aumentare l’efficienza energetica, riducendo le emissioni, aumentando la qualità della vita con una migliore sostenibilità. – afferma Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club e di QualEnergia -. Ora la sfida è quella di far diventare pervasive e diffuse queste pratiche attraverso politiche attente ai cambiamenti che accompagnino i cittadini e le imprese lungo questo cammino».
E proprio sulle politiche ambientali si è concentrato il dibattito, rafforzato anche dalla ricerca realizzata da Lorien Consulting, realizzata in esclusiva per il “Forum QualEnergia? dalla quale si evince che gliitaliani sono disposti a maggiori sacrifici per ridurre l’impatto ambientale, nonostante la crisi per il 63%, mentre il 53% boccia la politica ambientale del Governo.
«Nella nostra epoca viviamo un’occasione irripetibile: cominciano ad affrontare alcuni grandi temi strategici, come i cambiamenti climatici, abbiamo la possibilità di risolvere i problemi di oggi: sviluppo di nuove filiere industriali e abbattimento dei costi dell’energia per uscire dalla crisi, messa in sicurezza dei cittadini e dei territori, diffusione di nuovo lavoro, miglioramento diffuso del benessere – afferma Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente -. Questa è la vera sfida che abbiamo: affrontare i problemi di oggi con sguardo lungimirante e non più con la testa rivolta al 900. E’ questo che ha spinto a fare anche l’accordo sul clima USA-Cina, e ci auguriamo che a Lima ciò possa avviare un percorso fruttuoso».
I due settori nel quale sono possibili innovazioni ambientali virtuose di notevole portata sono quello della manifattura e dell’edilizia che sono stati al centro del dibattito.
«La green economy ha un ruolo fondamentale sia per contrastare i mutamenti climatici, sia per rispondere alla crisi. Lo confermano i dati del rapporto GreenItaly di Symbola e di Unioncamere: oltre 341 mila imprese, il 22%, dal 2008 hanno investito sull’ambiente, sono quelle che innovano di più,esportano di più e creano più posti di lavoro.
Basti considerare che il 44% delle imprese manifatturiere che fanno eco-investimenti esporta stabilmente, contro il 24% di quelle che non investono – ha detto Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, intervenendo al VII Forum QualEnergia – E sono collegati alla green economy il 61% dei nuovi posti di lavoro prodotti quest’anno. Percentuale che arriva al 70% nel settore Ricerca e Sviluppo.
Una prospettiva rafforzata dal consenso di larga parte degli italiani che, come evidenziato dalla ricerca presentata al VII Forum QualEnergia, vedono nelle fonti rinnovabili e nel risparmio energetico due settori strategici per vincere la sfida del clima. Anche per l’edilizia la via green è la strada giusta per tornare a crescere. Non a caso una delle misure anticicliche più efficaci messe in campo lo scorso anno è stato proprio il credito di imposta per le ristrutturazioni e l’efficienza energetica in edilizia: ha prodotto 28 miliardi di investimenti e 340 mila posti di lavoro».
01 dicembre 2014