risorse rinnovabili – Dalla pipì si può ricavare anche elettricità: è stato calcolato che da litro di urina, si può far funzionare un cellulare per sei ore. Non è una bufala e nemmeno fantascienza, ma una delle nuove frontiere dell’innovazione e della ricerca applicate al campo energetico.
Insomma l’urina potrà diventare una risorsa rinnovabile per il futuro? Il tema è affrontato sul nuovo numero di Materia Rinnovabile, la rivista di Edizioni Ambiente, dedicata all’economia circolare. Ci sono vari approcci tecnologici per estrarre elettricità dall’urina, per esempio introducendo batteri che per nutrirsi spezzano i legami chimici della materia organica, producendo un flusso di elettroni.
È una tecnologia che usa le cosiddette celle a combustibile microbiche, il cui funzionamento, andando al sodo, si basa sul servire ai batteri un pasto all’interno di uno strumento provvisto di anodo e catodo. La buona vecchia e sempre efficiente elettrolisi, insomma. C’è chi ha calcolato che l’urina disponibile giornalmente fra umani e animali da allevamento, si aggiri attorno ai 38 miliardi di litri. Se con un litro si telefona per 6 ore, siamo a 228 miliardi di ore al giorno.
Parliamo di una nuova tecnologia che prende spunto da molto lontano, quando nel 1670 l’alchimista tedesco Hennig Brand raccolse nella sua cantina 50 secchi di urina e tenne per un certo numero di mesi addizionandoli con diverse sostanze fino a ottenere un pastone giallo, una specie di cera. Cercava l’oro ma in compenso ottenne una sostanza che reagiva al contatto con l’aria, prendendo fuoco. Il pastone fu chiamato fosforo e se ne capirono immediatamente le potenzialità.
La storia fornisce lo spunto per capire come questo rifiuto può in realtà essere una preziosa risorsa in molti altri settori. Il fosforo, per esempio, è un elemento base per fertilizzare i campi, insieme al potassio e all’azoto, tutti elementi abbondantemente contenuta nel liquido giallo. Ad Amsterdam una piazza è stata densamente popolata di orinatoi per un progetto sperimentale che mira a utilizzarla, dopo un apposito trattamento, per fertilizzare alcuni tetti verdi della città. In totale un ettaro di vegetazione. Nel frattempo si studia la messa a punto di strategie a monte, ovvero nelle abitazioni, per evitare di inviare tutto nel sistema fognario. Qualche numero? Da un milione di persone si potrebbero produrre 1.000 tonnellate di fertilizzanti in un anno. Non è poco.
Materia Rinnovabile è la prima rivista internazionale (in italiano e inglese) interamente dedicata alla bioeconomia e all’economia circolare.
È disponibile on line (download gratuito in pdf e epub) e in versione cartacea.
05 agosto 2015