Il biologico cresce e si moltiplica nonostante la crisi.
La nuova fotografia di settore è stata scattata da Bio Bank nel rapporto 2015, e nasce dai censimenti diretti di migliaia di operatori.
Secondo l’analisi il settore cresciuto maggiormente dal 2010 al 2014 è quello dei ristoranti bio (ma anche bar, gelaterie, pizzerie, gastronomie ecc.), aumentato del 65%; al secondo posto i siti di e-commerce naturale (+58%), seguiti dalle mense scolastiche che scelgono derrate biologiche (+43%).
A trainare è il segmento bio-veg. Come dimostra anche l’avvio della catena Veggy Days, la prima rete in franchising di ristorazione vegana e biologica in Italia. Tre i locali aperti nel 2014, una decina quelli in arrivo nel 2015.
In particolare, dal rapporto emerge che i ristoranti sono passati dai 246 del 2010 ai 406 del 2014. In tutto sono circa 90 le nuove aperture del 2014, contro una trentina di chiusure. Nei ristoranti prevale la cucina vegetariana, indicata dal 57% dei locali, seguita da quella vegana con il 48% e da quella tipica e tradizionale con il 38%. Naturalmente ogni locale può offrire anche diversi tipi di cucina.
Sono attività concentrate nel nord con 269 locali, pari al 66% del totale, seguito dal centro con il 27% e dal sud con il 7%. La regione con il maggior numero di attività è l’Emilia-Romagna che ne conta 94, seguita dalla Lombardia con 82 e, con molto distacco, dal Lazio con 44. L’Emilia-Romagna è anche la regione con la più elevata densità con 21 ristoranti per ogni milione di abitanti, seguita dalle Marche con 18 e dal Veneto con 9.
In crescita anche i gruppi d’acquisto (+20%), le aziende con vendita diretta (+20%, ormai sfiorano le 3000) e gli agriturismi bio (+19%, sono oltre 1500). Infine aumentano anche i negozi (+16%) mentre rimangono stabili i mercatini.
Crescita interessante quella del comparto cosmesi ‘green’, che sottolinea il boom delle bioprofumerie.
A cosmesi e detergenza Bio Bank ha dedicato il ‘Fuori Rapporto’
Duecentocinquanta aziende nel 2014, contro le 215 del 2013; 104 negozi on line rispetto ai 70 dell’anno precedente e una crescita del 49%; 105 profumerie contro i 43 esercizi del 2013, e un balzo del 114%.
Dall’analisi del comparto emerge una domanda in aumento, grazie all’accresciuta sensibilità verso la tutela della salute e dell’ambiente, e un’offerta sempre più ampia con prodotti di ogni tipo per la cura della persona, dalle creme viso alle linee per bambini, e per l’igiene della casa. Articoli che si trovano nei negozi specializzati di alimenti biologici, nelle bioprofumerie, nelle erboristerie, nei siti di e-commerce dedicati – rileva il rapporto che raccoglie le statistiche sul biologico italiano – sugli scaffali di iper e supermercati e nelle profumerie tradizionali che si stanno avvicinando al comparto.
Vetrina fondamentale è il web con un numero di attività praticamente equivalente a quello delle profumerie.
Sono una trentina i negozi virtuali aperti direttamente dalle aziende di produzione e distribuzione, altrettanti quelli avviati da punti vendita e circa una cinquantina gli shop solo virtuali.
Sul fronte delle profumerie, il rapporto registra la nascita di catene in franchising nonostante la specializzazione in questo settore sia un trend piuttosto recente.
26 marzo 2015