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Carta e legno di betulla per realizzare le nuove barriere ecologiche

distanziamento sociale eco – Il Coronavirus ha reso obbligatorie pratiche essenziali a partire dal distanziamento sociale, da mettere a punto grazie anche all’uso di barriere.
Se ad oggi il plexiglass, nonostante i prezzi improponibili, è risultato il materiale più utilizzato per predisporre le barriere, il cambio è davvero dietro l’angolo.

Il mercato infatti consente un’inversione di rotta grazie all’utilizzo in locali pubblici ed esercizi commerciali di un nuovo range di strutture, perfette perché consentono il passaggio della luce, sono modellabili e riciclabili al 100%.

I pannelli PlayWood riciclabili al 100%

I pannelli di nuova generazione sono realizzati in carta traslucida e legno di betulla naturale e differiscono dal plexiglass, materiale non facile da riciclare, dall’aspetto molto freddo e industriale.

La novità ha un nome PlayWood.
“Se il Coronavirus ci ha insegnato qualcosa è che abbiamo tutti il dovere di rispettare l’ambiente in cui viviamo” spiega Stefano Guerrieri, co-founder e Ceo di PlayWood -.

Per questo siamo andati alla ricerca di qualcosa che fosse in grado di garantire lo stello livello di efficacia come barriera fisica anti Covid-19, ma che allo stesso tempo fosse green. Se questa calamità ci ha insegnato qualcosa è che tutti noi abbiamo il dovere di lasciare il pianeta Terra migliore di come l’abbiamo trovato, o perlomeno di non peggiorarlo immettendo nell’ambiente scorie e materiali inquinanti». Le nuove barriere prodotte e commercializzate da PlayWood sono realizzate in carta opalescente e legno di betulla, materiali sostenibilissimi e riciclabili al 100%.

Carta e betulla

I pannelli divisori di PlayWood sono estremamente flessibili, vengono infatti consegnati in rotoli e sono realizzati in carta ondulata a bassa opacità. Non risultano completamente trasparenti, ma sono perfettamente in grado di consentire il passaggio della luce.

I supporti autoportanti sono invece realizzati in legno di betulla per conferire al pannello la massima stabilità, la linea di arredi si completa con dispenser per igienizzanti e desk per punti informativi, tutto il necessario per allestire spazi commerciali e pubblici. Immaginiamo un open space o un coworking, grazie a questi pannelli, è possibile in pochissimo tempo mettere in sicurezza i coworker, i colleghi di lavoro, disegnare il percorso per una coda alle casse o uno sportello, ecc. PlayWood produce i suoi pannelli ecologici in due linee: SplitUp, vere pareti separatorie per ambienti e percorsi obbligati e Apart, da installare su scrivanie o tavoli.

Le linee di produzione dei nuovi pannelli stanno lavorando a pieno regime per garantirne la piena disponibilità dalla fine di maggio. «Non è stato facile trovare il giusto compromesso tecnico tra solidità, convenienza e flessibilità – racconta Guerrieri – ma siamo davvero soddisfatti dei risultati ottenuti, il prodotto nasce da una Joint Venture con Espos.it un’azienda italiana leader nella produzione di espositori in legno leggeri ed ecosostenibili. Nonostante il materiale usato sia carta, le superfici sono trattate con un sistema di plastificazione che permette di pulirle con un panno umido o una soluzione alcolica per rimuovere per esempio macchie come schizzi di caffè».

A proposito di costi

Fra i vantaggi offerti dai nuovi pannelli PlayWood, oltre alla sostenibilità e alla possibilità di adattarli a qualunque esigenza per via della grande flessuosità del materiale, è fondamentale anche la questione prezzo. I pannelli separatori da tavolo o scrivania hanno un costo inferiore al 20% rispetto ai modelli in plexiglass, mentre per i pannelli separatori ad altezza uomo, il risparmio arriva fino all’80%.

«È importante precisare che questi pannelli sono per uso interno e non esterno – racconta Guerrieri – ma i vantaggi che offrono sono notevoli sotto qualunque punto di vista. Se per esempio devo spostarli o adeguarli a un’altra disposizione, posso farlo senza problemi, il montaggio a incastro non necessita di attrezzi e sono arrotolabili. Inoltre, a fine vita non dovrò sottoporli a procedure particolari,né sostenere costi nascosti di smaltimento perché sono completamente riciclabili».

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