economia a due ruote – L’utilizzo della bicicletta in Europa, stimabile nel 7,2% di percentuale di utilizzo rispetto agli altri mezzi, genera ogni anno un giro d’affari 200 miliardi di euro, una cifra pari al Pil della Danimarca.
Lo rilevano i dati Ecf (European Cyclists Federation) che dimostrano come la bicicletta, oltre a rendere la città un luogo più vivibile, meno inquinato e a misura di persona, rappresenta il fulcro di una economia virtuosa, efficiente e in costante ascesa, che può creare risparmio, ricchezza e lavoro.
E’ la ‘bikenomics’, l’economia che ruota attorno alla bicicletta. Solo la produzione e la vendita di biciclette e accessori in Europa ha un giro di affari che si aggira sui 18 miliardi di euro all’anno, mentre il settore del cicloturismo muove ogni anno oltre 44 miliardi di euro. Una rilevazione di Eurovelo stima che ogni chilometro di ciclabile turistica genera un indotto annuo tra i 110 e i 350.000 euro/km. In Germania ogni anno genera 16 miliardi di euro e occupa a tempo indeterminato circa 300.000 addetti.
La ciclabilità fa bene anche all’economia domestica: secondo l’Istat, passare dall’auto alla bicicletta per recarsi al lavoro significa risparmiare dal 16-20% del proprio stipendio. E a proposito di lavoro, la ciclabilità offre anche nuove opportunità: secondo il ministero dei Trasporti francese, ogni milione di euro investito sulla mobilità ciclabile genera 10 posti di lavoro contro i 2,5 posti nel settore automobilistico.
In Olanda ogni anno vengono investiti in ciclabilità 25 euro procapite, in Gran Bretagna 2,35 euro, in Ungheria 3 euro. A livello aggregato, in tutta l’Unione Europea vengono investiti una media di 56 euro pro capite per generare un beneficio economico di 400 euro procapite. Il rapporto tra costi e benefici e quindi di circa 1:70.
Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, 1 miliardo di euro investito sulla mobilità ciclabile può incentivare la creazione di 21.500 posti di lavoro e spingere la domanda e gli investimento verso stili di vita a minore impatto ambientale e raggiungere alti livelli di mobilità ciclabile (almeno il 30%) può consentire la creazione di 76mila posti di lavoro in Europa e la riduzione di 10 mila morti in incidenti.
Se l’Oms si occupa di mobilità sostenibile, il motivo è chiaro: l’Organizzazione ha infatti valutato in 110 miliardi di euro il risparmio in spese sanitarie dovuto all’incremento dell’uso della bici in Europa, e considera che il risparmio generato dalla riduzione dell’inquinamento ambientale e acustico derivante dall’uso della bici in Europa sia superiore ai 3 miliardi di euro. Senza contare che, secondo il ministero dell’Interno, in Italia si spendono circa 30 miliardi di euro di copertura delle spese sanitarie relative agli incidenti stradali che causano quasi 4.000 morti l’anno.
In Italia meno di 1 bambino su 4 si reca a scuola a piedi o in bicicletta, e il 22,1% dei giovani è in sovrappeso di cui il 10,2% in condizioni di obesità; nei Paesi Bassi, dove il 70% dei bambini si reca a scuola in bicicletta, solo il 13% della medesima fascia d’età risulta in sovrappeso e il 7% di questi sono in stato di obesità. Uno studio condotto dalla città di Copenhagen ha identificato che recarsi al lavoro camminando o andando in bicicletta riduce il rischio di mortalità legato a malattie cardiovascolari del 28%.
Secondo Legambiente, l’inquinamento acustico prodotto dal traffico causa disturbi al 44% della popolazione Ue e costa 326 miliardi alla sanità comunitaria. Per l’Eea, Agenzia europea dell’Ambiente, il trasporto urbano genera nel mondo attorno al 25% delle emissioni di Co2 in larga parte responsabili del cambiamento climatico.
I Paesi Bassi impongono una carbon tax una tantum all’acquisto di un veicolo a motore. Nel 2012 il gettito e stato di 5,4 miliardi di euro e ha determinato dal 2007 una importante variazione nelle preferenze di acquisto a vantaggio di veicoli ibridi e elettrici ed un abbattimento delle emissioni medie di Co2. I proventi sono stati reinvestiti nella mobilità sostenibile.
E in Italia? Il Libro Bianco dei Trasporti realizzato da Confcommercio nel 2012 valuta che la congestione stradale nella sola Italia sia responsabile della perdita di oltre 50 miliardi di euro all’anno, pari al 3% dell’intero Pil nazionale. A Torino ci sono 640 auto ogni 1000 abitanti, minorenni compresi. Nell’Europa della zona Euro la media e di 420 auto ogni mille abitanti (dati Epomm – European Platform on Mobility Management). La congestione del traffico nella nostra rete stradale, costa all’Italia 3 punti % di Pil a causa dell’inefficienza logistica (Aci, Legambiente 2013)
La “bikenomics”, l’economia che ruota attorno alle biciclette, é stata anche oggetto del Bike Pride 2014 di Torino, organizzato in occasione delle Settimana Europea della Mobilità Sostenibile.
25 settembre 2014