ambiente – Tra le principali minacce per l’ambiente gli italiani mettono al quarto posto i cambiamenti climatici (43%) – dopo l’inquinamento atmosferico (77%), l’inquinamento industriale di acque, terreni e aria (59%) e la gestione inefficiente dei rifiuti (55%) – ma solo il 29% sa cos’è la COP21.
A fronte di questa modesta conoscenza della Conferenza sul clima di Parigi, paradossalmente però, il 72% degli intervistati pensa che l’appuntamento possa incidere positivamente sulle azioni dei Paesi e il 70% stima positivamente l’impatto sui comportamenti dei cittadini.
I risultati sono quelli di un sondaggio sugli italiani e i temi ambientali, realizzato da Lorien Consulting per Legambiente, La Nuova Ecologia e il Consorzio Obbligatorio Oli Usat, su un campione di mille cittadini italiani maggiorenni e presentato a Roma al Forum Rifiuti.
Per sensibilizzare il più possibile i cittadini sulla lotta ai cambiamenti climatici, in vista della trattativa di Parigi, Legambiente insieme a molte organizzazioni diverse per storia, cultura, obiettivi e ragioni sociali ha dato vita alla Coalizione italiana per il clima.
Dal sondaggio emerge che otto italiani su dieci disposti a spendere di più per acquistare prodotti e servizi che impattino meno sull’ecosistema e sono pronti a impegnarsi per migliorare la qualità dell’ambiente.
Dalla rilevazione emerge che l’attenzione dei cittadini pare essersi legata alla crisi finanziaria che, secondo il 75% degli intervistati, ha contribuito a renderli più attenti alle esigenze dell’ambiente. Il 65% del campione, poi, ha chiaro almeno uno dei più recenti fatti d’attualità correlati a problematiche ambientali. Il più tristemente conosciuto riguarda le emergenze legate al maltempo e al rischio idrogeologico (41%); seguono il decreto del Governo sulle trivellazioni nei mari italiani (18%) e l’introduzione della normativa sugli ecoreati nel codice penale (14%).
Aumenta dunque la responsabilità civica degli italiani. Un dato sottolineato anche dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti: “Il 79% dei cittadini attribuisce al proprio comportamento il successo delle politiche ambientali e al 95% sta a cuore la raccolta differenziata. Dobbiamo sfruttare meglio questa responsabilità dei cittadini”, dice il ministro.
“Il ‘problema ambientale’ – osserva Antonio Valente, amministratore delegato della Lorien Consulting – è stato metabolizzato e non è più un’emergenza. Il ruolo degli operatori economici, culturali e associativi si riconfigura nel supportare individui e famiglie per adempiere a comportamenti, non tanto doveri, ritenuti normali”.
“Proteggere l’ambiente e trasformare un rifiuto in risorsa – dichiara il presidente del Coou Paolo Tomasi – è da trent’anni il nostro lavoro, la nostra scommessa sulla qualità della vita: ci ha permesso di raggiungere standard elevatissimi, recuperare oltre il 98% dell’olio usato raccoglibile e avviarne a rigenerazione oltre il 90%. E’ proprio questo a rendere il sistema consorzio un perfetto esempio di economia circolare.
In 31 anni di attività abbiamo risparmiato acqua per 2,3 mld di tonnellate, greggio per 6,5 milioni di tonnellate e abbiamo evitato produzione di CO2 per 1 milione e 100mila tonnellate. Ancora: abbiamo evitato occupazione di suolo per 7.300 ettari. La chiusura di un ciclo che parte da un prodotto pericoloso, ne restituisce una buona parte per il ciclo successivo ed evita l’inquinamento ambientale”.
Per Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente, “un’Italia rifiuti free basata su un’economia circolare non è un sogno impossibile. Nella Penisola sono 1.520 i comuni virtuosi campioni nella raccolta differenziata dei rifiuti, il 16% dell’Italia che oggi ricicla e differenzia i rifiuti alimentando l’industria virtuosa del riciclo e del riuso, la cosiddetta ‘economia circolare'”.
Il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, da parte sua, sottolinea l’importanza dell’appuntamento di Parigi con la Cop21: “Andrà trovato e ratificato un accordo internazionale in grado di fermare la crescita delle emissioni di CO2, che sono la causa principale dell’innalzamento delle temperature, ma anche di garantire misure straordinarie per aiutare le popolazioni colpite dagli effetti dei cambiamenti climatici e di individuare strategie efficaci di adattamento per aumentare la capacità dei territori”.
12 ottobre 2015