. 7 proposte per l'agroalimentare, ecco il Manifesto della green economy

Agroalimentare in 7 proposte: il Manifesto della green economy

green economy – E’ strutturato in sette proposte il nuovo Manifesto della green economy.
Tradotto in inglese e francese, punta a proporre alcuni indirizzi di green economy per l’agricoltura che provengono da una riflessione radicata nel modello italiano, ma che possono avere una valenza generale.

Il modello agricolo italiano è un pilastro dell’economia nazionale – con un valore aggiunto annuo che supera i 260 miliardi di euro, oltre 3,3 milioni di occupati e un’incidenza sul PIL dell’8,7% – che, pur non esente da difficoltà, contraddizioni e crisi, ha saputo individuare vie di sviluppo e di successo coniugando i migliori ingredienti di una green economy: elevata qualità, tipicità e territori.

Il documento, elaborato con un ampio processo partecipativo dei gruppi di lavoro degli Stati generali della Green Economy e approvato al Consiglio Nazionale della Green Economy, che raggruppa 65 organizzazione di imprese green, è ora disponibile per la raccolta delle adesioni.

“Questo Manifesto – ha detto Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile che è l’organismo di supporto del Consiglio nazionale della green economy – espone il punto di vista della green economy sulla produzione agroalimentare, articolato in proposte sui temi cruciali per l’agricoltura della nostra epoca” per “contragricoltura Greenpeace2ibuire a un dibattito nazionale e internazionale”.

In questo contesto è da tenere presente che la produzione di energia rinnovabile di origine agricola è cresciuta da 6 a 7,8 milioni di Tep tra il 2010 e il 2012 e oltre 21.500 aziende agricole possiedono impianti per la produzione di energia rinnovabile. Non solo: l’agricoltura italiana ha ridotto le emissione di gas serra di 10 Mton di CO2Eq dal 1990 al 2013 ed è responsabile del 7,1% delle emissioni di gas serra nazionali. In flessione anche il consumo di fitofarmaci passati da 11,2 Kg/Ha nel 2010 a 9,2 nel 2013, inoltre il 10% della superficie agricola italiana è occupata da coltivazioni biologiche (1,3 mln ettari) e l’Italia è seconda in Europa per coltivazioni bio subito dopo la Spagna.

A fronte di questo quadro positivo permangono però numerose criticità. Tra queste l’aumento delle frodi alimentari che sono cresciute del 48,6% tra il 2010 e il 2012, una contraffazione dei prodotti made in Italy che vale solo in Italia 4 miliardi di euro. Inoltre continua a ridursi la superficie agricola (15 milioni di ettari nel 1990 e 12,8 nel 2012) e il consumo del suolo continua a crescere a un ritmo di 55 ettari al giorno nel 2013.

Ma vediamo i sette punti focali del Manifesto:

  • – Adottare la visione della green economy per assicurare uno sviluppo durevole e di qualità della produzione agroalimentare.
  • – Coordinare la multifunzionalità con la priorità della produzione di alimenti.
  • – Attuare misure di mitigazione e di adattamento alla crisi climatica.
  • – Superare modelli agricoli non più sostenibili e promuovere la diffusione delle buone pratiche.
  • – Tutelare la sicurezza alimentare, potenziare i controlli e le filiere corte.
  •  – Fermare lo spreco di alimenti, assicurare la circolarità dell’economia delle risorse agroalimentari.
  • – Fermare le minacce alla produzione agroalimentare e ai suoli agricoli. 

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