inquinamento immobiliare – Secondo l’Intergovernmental Panel on Climate Change il settore dell’ambiente edificato consuma fino al 40% dell’energia mondiale ed emette fino al 30% di emissioni globali di gas serra.
Si stima inoltre che l’UE dovrà investire circa € 100 miliardi all’anno in ristrutturazioni ed efficientamento energetico per raggiungere gli obiettivi ambientali che si è posta. L’UE ha aumentato la quantità di fondi pubblici disponibili per l’efficienza energetica ma, secondo la Commissione europea, saranno indispensabili sempre maggiori investimenti privati.
Per dare un contributo significativo all’agenda climatica globale il settore immobiliare e delle costruzioni deve sviluppare un approccio più sistematico e coerente di raccolta e gestione dei big data, fondamentali per definire e implementare le strategie di riduzione dell’impatto ambientale: è quanto emerge dal nuovo report di RICS “Global Trends in Data Capture and Management in Real Estate and Construction”, presentato nell’ambito del COP 23 a Bonn, in Germania.
Le azioni chiave per ridurre consumi di carbone
Obiettivo di RICS è individuare le azioni chiave per ridurre i consumi di carbone nel settore, costruire edifici ad alta efficienza energetica e fare in modo che il settore edilizio dia un contributo tangibile all’attuazione dell’accordo di Parigi sul clima.
Una soluzione, secondo RICS, viene da una migliore raccolta, gestione e organizzazione dei big data relativi all’intero ciclo di vita di edifici e costruzioni, perché, tra le altre cose, consente alle istituzioni e ai decisori di:
• valutare e sviluppare politiche di sostenibilità e schemi di incentivi più efficaci
• stimolare un maggior numero di investimenti su larga scala e finanziamenti per l’efficienza energetica
• incentivare l’innovazione
• consentire ai professionisti del settore di fare strategie olistiche mirate alla riduzione di emissioni di carbonio durante la progettazione, la costruzione e poi l’uso dell’immobile.
Le risposte degli attori del settore edilizio
Il report si basa sulle risposte dei principali attori del settore edilizio – inclusi rappresentanti governativi, della finanza e degli investimenti – che fanno parte di Global Alliance for Buildings and Construction (Global ABC). Il Global ABC, di cui RICS è membro fondatore, è stato istituito in occasione di COP21 nel 2015 per lavorare insieme alle principali organizzazioni del settore nell’affrontare il cambiamento climatico.
“All’interno di Global ABC, RICS fa parte di un gruppo di lavoro dedicato a misurazioni, dati e responsabilità. Basato su un ampio sondaggio globale tra i nostri stakeholder, il report mette in evidenza che raccogliere, gestire e condividere i dati nel settore può dare un importante contributo agli obiettivi ambientali mondiali.
Dati migliori significano maggiore trasparenza del mercato, processi decisionali più informati e consapevoli, riduzione dei rischi dell’investimento e capacità di monitorare e misurare gli obiettivi fondamentali stabiliti nell’accordo di Parigi”, ha commentato Ursula Hartenberger, RICS Global Head of Sustainability.
Le best practice e il grido d’allarme
Il report elenca, inoltre, un numero incoraggiante di best practice e iniziative pubbliche e private ma rimane il grido d’allarme riguardo a come frammentazione e strategie a compartimenti stagni, per cui il settore è tristemente conosciuto, abbiano un impatto negativo anche sul modo in cui vengono gestiti i dati.
Data l’importanza di muovere investimenti verso l’efficientamento energetico nel settore dell’ambiente edificato, il report RICS vuole aiutare tutte le parti interessate a capire come una migliore gestione dei dati possa ridurre i rischi degli investimenti, dando allo stesso tempo il proprio contributo all’agenda climatica globale.
“Chi concede prestiti ipotecari ha un evidente interesse per lo stato degli immobili in Europa – ha spiegato Zsolt Toth, portavoce di RICS, al COP 23 nel sottolineare l’importanza dei big data quando si fanno investimenti in efficienza energetica -.
Gli investimenti nell’efficientamento energetico degli edifici possono aiutare a liberare liquidità per chi ci vive, abbassando le bollette e, soprattutto, riducendo la svalutazione del valore dell’immobile a lungo termine.
Di conseguenza si riduce il rischio di credito, con un effetto win-win per finanziatori, investitori, consumatori e clima. Tuttavia, un prerequisito fondamentale per il valutatore nel quantificare il potenziale aumento di valore è la disponibilità di dati sia riguardo alla costruzione dell’immobile, sia riguardo alle specifiche finali. Il feedback che abbiamo ricevuto dai valutatori indica che, al momento, una raccolta e gestione coerente dei dati e delle informazioni non sono ancora la prassi standard nel mercato europeo”.