ambiente – La Commissione europea ha presentato una proposta di legge che impone agli Stati membri di ridurre l’uso delle buste di plastica in materiale leggero, meno riutilizzate rispetto a quelle di spessore superiore e quindi più a rischio “usa e getta“.
Ogni anno in Europa, più di 8 miliardi di sacchetti finiscono tra i rifiuti, causando enormi danni ambientali. Si stima che nel 2010 siano stati immessi nel mercato dell’UE 98,6 miliardi di sacchetti di plastica, 198 per ogni cittadino. A pagarne le spesse sono soprattutto i nostri mari, in particolare i pesci e gli uccelli che finiscono per inghiottire particelle di plastica.
Saranno i singoli Stati a decidere che tipo di misure adottare, ad esempio strumenti economici come imposte e prelievi, oppure obiettivi nazionali di riduzione e restrizioni alla commercializzazione.
“Ci siamo mossi per risolvere un gravissimo problema ambientale che è sotto gli occhi di tutti – ha sottolineato Janez Potocnik, Commissario europeo per l’Ambiente -.
Con l’impegno di tutti gli Stati sarebbe possibile ridurne il consumo anche dell’80 %. Alcuni Stati membri hanno già raggiunto grandi risultati.
E’ bello vedere che l’opinione pubblica è sempre più consapevole dell’importanza della biodiversità e spero che i leader politici sapranno tradurre questa preoccupazione in azioni concrete”.
“Ottima l’iniziativa del commissario per l’ambiente UE Potocnik per combattere l’inquinamento provocato dalle buste di plastica. Quello che serve per ridurre gli shopper di plastica è un cambiamento di rotta radicale e la proposta di direttiva europea va proprio in questa direzione sancendo che il principio della tutela ambientale può derogare a quello della libera circolazione delle merci – ha commentato Stefano Ciafani, vicepresidente di Legambiente -.
Ben venga allora l’introduzione di misure che prevedono la possibilità di tassare, introdurre target nazionali di riduzione o di vietare l’uso delle buste di plastica prendendo esempio dai Paesi virtuosi che fanno scuola su questo fronte e che hanno già adottato da diverso tempo queste misure. L’Italia è una di queste e la sua esperienza non è più considerata un’esperienza da condannare con una procedura di infrazione ma un esempio virtuoso e ripetibile in tutti gli altri stati membri”.
“Fino al 2010 – aggiunge Ciafani – la nostra Penisola era il primo paese europeo per consumo di sacchetti di plastica usa e getta, con una percentuale di consumo pari al 25% del totale commercializzato in Europa. Grazie all’entrata in vigore del bando sugli shopper non compostabili, dal 1 gennaio 2011 questa percentuale si è ridotta e sono state tracciate le basi per una strategia integrata sulla corretta gestione dei rifiuti, sulla riduzione della plastica, sulla tutela e la salvaguardia dell’ambiente marino e della biodiversità che prende finalmente avvio con questa proposta di direttiva della Commissione Europea. Ora è dunque fondamentale procedere in fretta alla sua approvazione”.
L’intervento a favore della riduzione delle buste di plastica è stato ampiamente sostenuto dai cittadini, come si è potuto ricavare dalla vasta consultazione pubblica che ha preceduto l’elaborazione del testo.
Secondo un recente sondaggio, nove europei su dieci ritengono che la perdita di biodiversità in Europa sia un problema da affrontare. In base al nuovo Eurobarometro Flash, il 38% degli intervistati (4% in più rispetto al 2007) afferma di fare uno sforzo personale per proteggere la biodiversità.
06 novembre 2013