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Si chiude domani ‘Rumundu’, giro del mondo in bici

mobilità ciclabile e sostenibilità – Ha percorso 32mila km, toccato 5 continenti, pedalato per 12 mesi e ora Stefano Cucca, dopo aver fatto il giro del mondo in bicicletta sta per tornare nel suo paese di origine in Sardegna, Sorso, a un anno dall’avvio di questa avventura, l’8 giugno del 2013.

Domani l’arrivo previsto a Cagliari e l’8 giugno la fine del viaggio a due ruote, dopo aver attraversato l’Europa e gli Stati Uniti coast-to-coast, passando per Canada, Giappone, Cina, Vietnam, Cambogia, Thailandia, Malesia, Singapore, Indonesia, Australia, Nuova Zelanda, Sud Africa.

Lo scopo di Rumundu, così si chiama il progetto, era quello di girare il mondo in bicicletta alla ricerca di storie e stili di vita sostenibili promuovendo allo stesso tempo la Sardegna. Un viaggio che è stato raccontato in tempo reale attraverso testi e immagini sul sito rumundu.it e i social collegati.

“È stato un anno ricco di esperienze che non è semplice descrivere in poche parole – commenta Stefano Cucca appena toccata l’Italia a Brindisi – ma mi sento una persona molto fortunata. Ho imparato moltissimo e sono davvero tante le realtà visitate in questo viaggio”.

Girare il mondo in bicicletta ti mette nella condizione di fermarti e imparare ad apprezzare lo scorrere del tempo. Ti senti una persona libera e sembra quasi che tutte le persone che incontri percepiscano in te qualcosa di strano, di diverso. Così – continua – come sono state tantissime le volte in cui le persone mi hanno accolto nelle loro case per chiacchierare e condividere semplicemente storie di vita”.

Un’avventura impossibile? Non secondo Cucca.
“Oggi – spiega – sono dell’idea che non sia una cosa impossibile fare il giro del mondo a bordo di una bicicletta. Ognuno con il proprio ritmo potrebbe porsi nella condizione di esplorare e imparare a prescindere dai chilometri. Quelli sono relativi. Sono dell’idea che con la bicicletta si abbia la giusta velocità per ‘ascoltare’ il mondo. Lo si capisce, lo si percepisce, lo si vive”.

03 giugno 2014

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