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Pacchetto clima-energia dell’Ue: primi commenti, pioggia di critiche

energia e climaAccolto tra proteste e critiche il nuovo pacchetto clima-energia varato dalla Commissione europea per il 2030.

“La Commissione, ancora una volta, ha dimostrato di non saper prendere seriamente in considerazione la questione climatica” non si fa attendere la prima reazione al testo da parte di Matthias Groote (S&D), presidente della commissione Ambiente del Parlamento europeo. “A parte l’obiettivo di riduzione del 40% delle emissioni, questi obiettivi sono ancora lontani da ciò che é davvero necessario”.

“Mi dispiace che la Commissione si sia fatta ipnotizzare da quanti sostengono che obiettivi ambiziosi siano un costo e non abbia fissato obiettivi vincolanti per l’efficienza energetica” sottolinea ancora Groote. Ancor più critica Anne Delvaux (Ppe), correlatrice della relazione approvata a inizio mese “La proposta della Commissione europea non e’ una base di lavoro accettabile e deve essere migliorata”.

Per Legambiente “il libro bianco Clima-Energia 2030 adottato dalla Commissione europea rappresenta una preoccupante e pericolosa retromarcia rispetto agli impegni assunti finora dall’Europa per contenere il riscaldamento globale sotto i 2 gradi centigradi”.

“La Commissione Europea imbelletta ambizioni deboli e le presenta come un sucesso”. E’ duro anche commento del WWF sul piano clima ed energia della UE. L’obiettivo del taglio delle emissioni di gas serra non è in linea con quanto raccomandato dalla scienza del clima, sottolinea il WWF, così come è debole l’ obiettivo che prevede un consumo energetico con poche fonti rinnovabili, senza vincoli obbligatori per ciascuno Stato membro.

ANEV accoglie positivamente questo traguardo, seppur poco ambizioso e intermedio rispetto a quanto auspicato. “Ci si aspettava almeno un 55% come target di riduzione, la riforma del sistema dell’ Emission Trading, il 45% di FER in più e l’inserimento di vincoli per le Rinnovabili nei singoli Stati membri”.

Per il Coordinamento Free: “Bene -40% Co2, per rinnovabili obiettivo riduttivo”.

L’accordo su clima ed energia raggiunto dalla Commissione europea fa acqua da tutte le parti. Almeno per il momento. In particolare emergono quattro criticità ad iniziare con la riduzione del 40% delle emissioni di Co2 al 2030: “un obiettivo difficile da raggiunge”. Così Carlo Stagnaro, direttore ricerche e studi dell’Istituto Bruno Leoni perché questi nuovi obiettivi fissati dalla Commissione europea convincono poco. Il primo problema dell’accordo, secondo Stagnaro riguarda “l’entità dell’obiettivo, ossia la riduzione del 40% delle emissioni di Co2. Si tratta di un obiettivo estremamente sfidante e, quindi, difficile da raggiungere”.

“Delude il libro bianco Clima-Energia 2030 adottato  dalla Commissione europea. Tajani svolge evidentemente un ruolo di retroguardia”. Lo dichiara l’esponente di Green Italia Francesco Ferrante aggiungendo che “l’obiettivo del 27% di energia da produrre con fonti rinnovabili fissato solo per l’Europa nel suo complesso ma non vincolante per i singoli Paesi membri è una scelta sbagliata e chiaramente dettata dalla volontà di qualche Stato di rallentare sulla strada che porta agli obiettivi prefissati. E a metter mano al freno ha concorso anche il vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani, che mai ha dimostrato di volere per l’Europa una politica di convinto sostegno alle energie rinnovabili”.

“La Commissione Europea ha rilasciato un deludente pacchetto di proposte su clima ed energia per il 2030. I governi europei ora devono correggere queste proposte, aumentare le ambizioni europee e rilanciare così quella leadership sul clima e le energie pulite che l’Europa ha già dimostrato. La decisione sugli obiettivi dovrebbe essere raggiunta a marzo ma una discussione così complessa potrebbe slittare al secondo semestre e quindi alla Presidenza di turno dell’Italia”. Lo afferma Greenpeace che chiede all’Ue un target vincolante per il taglio di almeno il 55% delle emissioni interne al 2030, un target vincolante per aumentare la quota da rinnovabili al 45% e un target vincolante del 40% per quanto riguarda l’efficienza energetica.

23 gennaio 2014

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