mobilità – Sono ancora le auto a farla da padrone nei centri delle grandi città.
Il mezzo di trasporto privato è quello più usato e preferito per gli spostamenti a discapito dei mezzi pubblici sempre più in sofferenza tra tagli, disservizi e inefficienze.
A confermare questa tendenza sono prima di tutto i dati: negli ultimi anni è aumentata la quota degli spostamenti in auto che è passata dall’8,1% del 2014 al’8,3% del 2015; mentre è diminuita quella effettuata con i mezzi pubblici che è passata dal 14,6% (2014) all’11,7% nel 2015 (Fonte Cdp, Asstra).
Numeri che si ripercuotono anche sull’ambiente con smog e inquinamento alle stelle che causano danni alla salute dei cittadini. Tra le grandi città, la maglia nera per la mobilità insostenibile spetta a Roma, molto indietro rispetto alle sorelle europee per dotazioni di metropolitane, tram, ferrovie suburbane, mentre ha un record nel possesso di automobili, pari a 67 auto ogni 100 abitanti. Inoltre nella Capitale l’offerta di trasporto pubblico è diminuita dal 2005 al 2015 del 6% e si sta ancora contraendo.
“Mobilità In-sostenibile. Obiettivi pubblici e ruolo dei privati per cambiare ..”
È questa la fotografia scattata da Legambiente nel corso del convegno “Mobilità In-sostenibile. Obiettivi pubblici e ruolo dei privati per cambiare la situazione delle città italiane” organizzato a Roma e pensato per avviare un confronto, insieme a diversi interlocutori istituzionali e politici, esperti del settore, sul tema della mobilità e sulle nuove politiche da adottare, perché il diritto alla mobilità è una questione nazionale che riguarda milioni di cittadini oltre che essere un tema ambientale, di dignità e di diritto allo spostamento.
Per questo l’associazione ambientalista ha analizzato le criticità e le ragioni della crisi che sta vivendo il trasporto pubblico e lanciato una serie di proposte che mettono al centro la domanda di mobilità del trasporto pubblico e privato, su ferro e su gomma, ciclabile e pedonale, ma anche le frontiere dello sharing e della micromobilità elettrica per avere città più competitive, sostenibili, moderne e soprattutto al passo delle città europee.
Zanchini: serve una vera rivoluzione della mobilità sostenibile
“Le città italiane – spiega Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente – hanno un drammatico bisogno di rilanciare le diverse forme di mobilità sostenibile per migliorare la vita delle persone e la qualità dell’aria. In alcune grandi aree urbane la condizione è davvero di emergenza, eppure oggi è possibile uscire da questa situazione come dimostrano le città europee e alcune buone pratiche di gestione e innovazione nei trasporti avviate in alcune città italiane.
Serve una vera rivoluzione della mobilità sostenibile per questo chiediamo al Governo e alle città di avere il coraggio di fare scelte diverse, potenziando e integrando le diverse forme di mobilità urbana: trasporto pubblico e privato, su ferro e su gomma, ciclabile e pedonale, sharing e micromobilità elettrica”.
I numeri della mobilità
Ogni giorno in Italia sono 2 milioni e 830mila i passeggeri al giorno sulla rete ferroviaria regionale, 2 milioni e 650mila coloro che prendono la rete metropolitana nelle 7 città in cui sono presenti, 14 milioni i cittadini che usufruiscono del trasporto pubblico locale su gomma.
Nonostante questi numeri, l’offerta del trasporto pubblico è ferma al palo. Nelle città italiane la lunghezza totale dei km di metropolitane è inferiore a quella della sola città di Madrid (235 km contro i 291 della città spagnola).
Anche i nuovi progetti sono limitati e inadeguati a recuperare i ritardi, a Roma ad esempio ci vorranno 80 anni per arrivare a dotazione città europee di metro continuando così. Negli ultimi anni la situazione è peggiorata anche per l’assenza di investimenti, tanto che secondo i dati di Asstra e Cdp, dal 2005 al 2015 si è registrata una riduzione del 13% del parco circolante degli autobus che è passato da 58.307 a 50.576 mezzi in circolazione.
Senza contare che l’Italia vanta il parco mezzi più anziano d’Europa con una media di età, in aumento, di 11,38 anni contro i 7 anni dell’Ue.
Nel trasporto ferroviario regionale l’età del materiale rotabile è, invece, di 17,2 anni, ma con significative differenze tra Nord e Sud.
Le città metropolitane sono escluse dalle decisioni sui trasporti
Secondo Legambiente le ragioni della crisi che ha colpito il trasporto pubblico sono legate anche al fatto che le città metropolitane, dove vive il 40% della popolazione italiana, sono escluse dalle decisioni sui trasporti, perché le Regioni decidono sul trasporto ferroviario pendolare mentre il TPL (il trasporto pubblico locale) è gestito separatamente da centinaia di Comuni. Ad oggi, inoltre, non c’è nessuna chiarezza su obiettivi, controlli e liberalizzazione del servizio.
Per questo l’associazione ambientalista torna a ribadire l’urgenza di ripensare le politiche nazionali sulla mobilità, dando priorità agli investimenti infrastrutturali da destinare ai centri urbani con un vero programma che preveda nuove linee di tram, treni e metropolitane.
La seconda sfida legata alla mobilità sostenibile riguarda il replicare quelle buone pratiche già avviate in alcune grandi città italiane e che riguardano il potenziamento delle linee ferroviarie e tramviarie, l’introduzione di aree pedonali e zone a traffico limitato a pagamento e un maggior investimento su piste ciclabili e micromobilità.
13 luglio 2017