allarme inquinamento – L’inquinamento causa oltre tre milioni di morti ogni anno. Malattie respiratorie, ma non solo: trombosi, infarto, ictus ed embolia polmonare sono solo alcune delle malattie cardiovascolari causate dallo smog. Tutti siamo a rischio, ma in particolare anziani e bambini.
Un problema che ci tocca da vicino: nella classifica le aree più inquinate d’Europa la Lombardia ha un triste primato, con una riduzione dell’aspettativa di vita di 2-3 anni rispetto alla media Milano risulta, al pari di Torino, la capitale dello smog in Italia.
«Il lavoro di ALT è fondamentale perché informa sui sintomi della trombosi in modo che tutti possano conoscerli ed evitarli, promuove iniziative a sostegno di chi è sano, di chi ha avuto un incontro ravvicinato con la trombosi e da oggi anche di chi assiste le persone in terapia anticoagulante con il nuovo strumento del forum “Mi curo di te. Senza mai dimenticare il sostegno alla ricerca» ha spiegato la presidente di ALT Lidia Rota Vender introducendo ieri la tavola rotonda “Trombosi… nell’aria”
«Questa iniziativa vuole essere un punto di partenza per incentivare la sensibilità della cittadinanza e l’intervento delle istituzioni sullo stato di salute dell’ambiente e, di conseguenza, delle persone».
Medici e specialisti si sono confrontati nel corso della tavola rotonda, moderata da Nicoletta Carbone di Radio24, organizzata dall’Associazione per la Lotta alla Trombosi (ALT) partendo dai dati allarmanti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
«Su 53 milioni di morti in tutto il pianeta, 3,3 milioni sono causati dall’inquinamento dell’aria nell’ambiente esterno e la prima causa scatenante l’infarto acuto è proprio lo smog – ha spiegato il professor Pier Mannuccio Mannucci, direttore scientifico della Fondazione Ca’ Granda Policlinico di Milano -. Per contrastare questi numeri non ci sono ricette particolari, bisogna ridurre il traffico e considerare il ruolo non trascurabile dell’inquinamento nelle case».
Niente nel nostro organismo sembra essere immune dagli effetti devastanti delle polveri sottili: «L’aumento dello smog si traduce in aumento dei casi di asma bronchiale, di bronchioliti del bambino, delle polmoniti, ma anche di tumori, in particolari di carcinomi polmonari», ha sottolineato Sergio Harari, direttore dell’Unità Operativa di Pneumologia e direttore del Dipartimento di Scienze Mediche dell’Ospedale San Giuseppe di Milano.
Lo smog è responsabile anche dell’ictus, con una relazione che solo negli ultimi tempi è stata accertata dai ricercatori: «Tra gli inquinanti certamente responsabili ci sono le polveri ultrasottili generate dai tubi di scappamento delle auto – ha spiegato Paola Santalucia, neurologa e vicepresidente ALT – È proprio la loro capacità di depositarsi a livello polmonare e di provocare uno stato infiammatorio che provoca un aumento di ictus di tipo ischemico.
Alle istituzioni, sia locali sia nazionali, gli scienziati lanciano un appello perché si intervenga al più presto nel migliorare le condizioni ambientali in cui viviamo, a cominciare dalla riduzione del traffico. Anche i cittadini possono fare molto, cambiando il loro stile di vita, come da tempo sostengono i “Genitori Anti Smog” di Milano, che promuovono iniziative sul territorio per sensibilizzare le istituzioni ma anche le famiglie.
Un ruolo di grande responsabilità lo riveste l’Europa: «All’Unione Europea la comunità scientifica e le associazioni chiedono una politica più decisa e aggressiva per contrastare l’inquinamento dell’aria, che produce un grave danno di salute e in termini economici – sottolinea Roberto Bertollini, direttore del Programma per la salute e l’ambiente dell’Oms presso l’Unione europea -. La presidenza di turno italiana deve essere l’occasione per fissare efficaci strategie di lotta all’inquinamento».
Fondamentale l’impegno di ALT nella ricerca, con il sostegno del progetto italiano per lo studio dell’Ictus cerebrale nei giovani e del progetto per la valutazione del rischio trombotico nei bambini italiani obesi con un contributo economico di oltre 38mila euro. Allo stesso tempo ALT pensa alle necessità delle persone che devono convivere con la trombosi e ai loro familiari.
Molti di loro hanno voluto testimoniare in prima persona paure e bisogni: «La mia salute mi ha portato a diventare un appassionato di medicina: un paziente spesso non si limita a ciò che dice il medico, sente il bisogno di documentarsi, informarsi, sentirsi rassicurato – racconta Antonio -. Sapere che esistono dei siti come quello di ALT di cui potersi fidare aiuta a superare la malattia e a conviverci con positività».
La rete è anche uno strumento efficace per stare vicino alle persone, come dimostra il forum “Mi curo di te”, realizzato in collaborazione con l’agenzia Mosaicoon presentato in anteprima nel corso della tavola rotonda. Una piazza dove potersi confrontare: «Quello che mi ha fatto più paura quando ho scoperto di avere un episodio di trombosi è stata di essere sola – confessa una signora -. Non sapevo a chi rivolgermi, che cosa fare, e ancora oggi ho sempre paura di non sapere abbastanza». Parlarne e confrontarsi è sicuramente la via migliore per non sentirsi soli.
Il prossimo appuntamento è per mercoledì 16 aprile, in occasione della Terza Giornata per la Lotta alla Trombosi. Di fianco ad ALT la Gazzetta dello Sport e il CSI, Centro Sportivo Italiano. “La partita che non possiamo permetterci di perdere – ha detto il presidente del CSI Massimo Achini – è quella di migliorare, attraverso lo sport, la salute dei cittadini, in particolare quella dei giovani”.
«Per fare questo – ha ribattuto Daniele Redaelli della Gazzetta dello Sport – è fondamentale che lo sport, così come l’educazione ad un corretto stili di vita, diventi un “fatto culturale”. Non una pratica sporadica ma un atto volontario continuativo».
06 febbraio 2014