sharing economy e gruppi d’acquisto – Un nuovo modo per vendere e comprare i prodotti locali utilizzando internet e la sharing economy. E’ questa l’idea posta alla base de L’Alveare che dice Sì!.
Il progetto nato in Francia nel 2011 e sviluppatosi rapidamente a Torino e Milano sbarca ora anche a Roma.
Unendo agricoltori, cittadini consapevoli e innovazione digitale, L’Alveare che dice Sì! è una piattaforma online che permette una distribuzione più efficiente dei prodotti locali, per dar vita ad un modello di impresa sociale: la piattaforma di vendita favorisce gli scambi diretti fra agricoltori locali e comunità di consumatori, che si ritrovano una volta alla settimana creando piccoli mercati temporanei a Km 0, conosciuti come Alveari.
Ad oggi sono più di 650 gli Alveari presenti in Francia, e oltre 40 quelli nati da inizio anno in Italia. Il primo ad aprire i battenti nella capitale sarà quello di Roma Sud “La Quercia” presso un centro sportivo in località Castel di Leva, dove sport, buon cibo e attenzione alla salute e benessere sono al primo posto. Proprio per queste motivazioni, Maurizio Stiza insieme alla moglie Dorella e alla figlia Chiara, lo hanno scelto come sede del proprio Alveare.
L’Alveare che dice sì! funziona molto semplicemente.
I produttori locali presenti nel raggio di 250 km si iscrivono al portale alvearechedicesi.it e si uniscono in un “Alveare”, mettendo in vendita online i loro prodotti: frutta, verdura, latticini, formaggi.
I consumatori che si registrano sul sito posso acquistare ciò che desiderano presso l’Alveare più vicino casa, scegliendo direttamente sulla piattaforma.
Il ritiro dei prodotti avviene settimanalmente nel giorno della distribuzione organizzata dal gestore dell’Alveare, cioè colui che ha preso l’impegno di tenere il contatto con gli agricoltori e che si occupa di pianificare eventi, aperitivi e visite guidate nelle aziende dei produttori per creare un vero network di relazione e conoscenza diretta.
L’incontro tra agricoltori e consumatori può avvenire in luoghi diversi, dal bar al ristorante, alla sala dell’associazione che mette a disposizione i propri spazi. Lo spirito però è sempre lo stesso: permettere ai produttori di vendere direttamente e in modo facile e dare ai consumatori accesso ad alimenti freschi, locali e di qualità, rivalutando il cibo e il suo ruolo nella promozione di uno stile di vita sano.
In questo meccanismo, che mette al centro la comunità e la genuinità dei prodotti, è fondamentale il ruolo della tecnologia: la piattaforma è stata sviluppata lavorando a stretto contatto con gli utilizzatori, per modernizzare ed accelerare la filiera corta e promuovere un modello di commercio più equo.
28 aprile 2016