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La Commissione Ue deferisce Italia per smog e rifiuti radiotattivi

ambiente e violazioni – La Commissione Ue ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia europea per aver violato norme antismog e non aver rispettato le indicazioni circa l’abbattimento degli ulivi attaccati dalla Xylella.

La decisione sull’inquinamento dell’aria considera gravosa la violazione dei limiti Ue per il particolato Pm10.
Per quel che concerne il batterio killer degli ulivi, l’accusa considera la mancata e piena applicazione delle norme europee, prima fra tutte l’abbattimento delle piante che risultavano malate.

Le scelte italiane verranno rimesse al giudizio della Corte di giustizia Ue anche in merito ai rifiuti radioattivi.

Ripetuta violazione dei limiti europei

La decisione della Commissione Ue sullo smog è diretta conseguenza della ripetuta violazione dei limiti europei in tema di particolato Pm10.

Secondo quanto riferito da fonti europee all’agenzia ANSA, con la stessa motivazione, l’esecutivo Ue avrebbe deferito Ungheria e Romania e denunciato alla Corte Francia, Germania e Regno Unito per il superamento dei limiti di biossido di azoto (NO2).

Già a fine gennaio il commissario europeo all’Ambiente, Karmenu Vella, aveva messo di fronte l’Italia agli obblighi di legge avvertendo che in assenza di misure efficaci il deferimento alla Corte per i Paesi che violano le norme Ue anti inquinamento sarebbe stato una conseguenza ineludibile.

Le norme sui rifiuti radioattivi

Per quel che concerne il capitolo rifiuti radioattivi il nostro paese dovrà essere giudicato per non aver assicurato la piena e totale conformità alla direttiva in materia, in particolare sul fronte della notifica dei programmi nazionali di gestione del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi.

Procedura d’infrazione avviata nel 2014

La procedura di infrazione ha malauguratamente una storia che arriva da lontano con un avvio nel 2014.
In pratica i livelli di Pm10 restano troppo elevati nelle aree della Val Padana ma non solo.

Sul banco degli imputati salgono anche altre aree metropolitane, come Roma e Palermo.

Una seconda procedura avviata nel 2015 e riferita all’inquinamento da NO2, il biossido di azoto non sembra aggravarsi anche se è risultata insufficiente la documentazioneinviata da Roma circa l’adozione di misure per ridurre l’inquinamento atmosferico.

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