agricoltura solidale – Cosa c’è dietro la realizzazione di una bottiglia di passata di pomodoro? A spiegarlo ci provano i rappresentanti di un’associazione di giovanissimi ‘Diritti a Sud’ che vuole cambiare le cose, e del loro progetto SfruttaZero.
“C’è un anno di lavoro intensissimo, di riunioni, discussioni, lavoro mentale e fisico, organizzazione massima a tutti i livelli, gioco di squadra, collaborazione e sostegno reciproco. In queste bottiglie oltre al nostro lavoro ci sono anche i nostri sogni e le nostre speranze, le nostre ribellioni e le nostre lotte, c’è la nostra determinazione e la convinzione di portare avanti un progetto in cui crediamo con estrema convinzione.
C’è la nostra amicizia e l’affetto che ci lega e le bellissime esperienze che stiamo facendo insieme. Ci siamo noi, c’è tutta Diritti a Sud. E per questo abbiamo deciso di metterci la faccia. Andrea, Paola e Mussa rappresentano la nostra varietà e le nostre preziosissime differenze, e la loro espressione sicura dà un messaggio molto chiaro: siamo fieri di quello che abbiamo creato!”.
Con la determinazione che li contraddistingue il team presenta la passata di pomodoro Sfruttazero 2016, prodotta con le nuove etichette, ideate e progettate dall’agenzia Rebel Comunicazione.
Ed è così che in Puglia la salsa diventa solidale.
All’iniziativa partecipano studenti, lavoratori e migranti che realizzano prodotti disponibili attraverso canali di mercato alternativi, fuori dalla grande distribuzione.
Il prodotto alimentare viene realizzato attraverso una filiera pulita del pomodoro dalla semina alla trasformazione.
Si tratta di una passata di pomodoro di qualità, prodotta senza sfruttamento del lavoro.
“Vogliamo che l’oro rosso, da simbolo di sopraffazione e caporalato in Puglia e non solo, diventi simbolo di emancipazione, riscatto e speranza di un futuro diverso“.
E’ questo in estrema sintesi l’obiettivo di Sfrutta Zero, progetto di tipo cooperativo e mutualistico che vede direttamente protagonisti migranti, contadini, giovani precari e disoccupati, che vogliono avviare o continuare un’attività lavorativa attraverso la produzione di prodotti locali e conserve per costruire sul territorio relazioni ed economie solidali.
La proposta nasce da due realtà del sud Italia, Diritti a sud di Nardò e Netzanet-Solidaria di Bari, entrate in contatto nella primavera del 2015 in occasione di alcune esperienze realizzate con i migranti. L’idea in comune è stata di unire le forze per andare a incidere sulle filiere agro-alimentari nelle mani dell’agro-business e delle mafie.
Le realtà associative acquistano o coltivano i pomodori, garantendo che i lavoratori e le lavoratrici, contadini e braccianti, migranti e non, siano retribuiti dignitosamente. Trasformano poi il pomodoro in salsa affiancati da contadini e contadine competenti che coordinano le fasi della trasformazione e lavorazione (durante la fase di imbottigliamento, laddove possibile, si utilizzano bottiglie riciclate).
I prodotti vengono poi distribuiti in autogestione, all’interno dei gruppi di acquisto solidale, in mercatini locali, presso ristoranti e mense popolari, negli spazi sociali, all’interno della rete Fuori Mercato e di Genuino Clandestino. Come riconoscerli? Dalle etichette con il logo “Sfrutta Zero”.
Il progetto sperimenta anche una forma particolare di “autocertificazione partecipata”, ispirata alle pratiche costruite da varie realtà contadine in tutta Italia, che garantisce, a chi sostiene e consuma la salsa ‘Sfrutta Zero’, il monitoraggio sui temi e la qualità del lavoro.
22 agosto 2016