regali green – Molto più che riciclato: il regalo di Natale dei nostri tempi è ‘upcycling’.
Se un tempo si effettuava il classico passamano con regali che, se poco graditi, si riciclavano volentieri, mettendoli sotto l’albero di amici e parenti oggi il riciclo ha un valore aggiunto che viene rivisto attraverso la creatività del singolo, che gli regala magari un’altra destinazione d’uso oppure grazie ad un lavoro manuale aggiunge miglorie tali da personalizzarlo.
La parola d’ordine dunque è ‘creatività’, che va ad aggiungersi alla proposta del dono vintage, economico ma soprattutto eco-friendly.
L’upcycling, in pratica l’arte di dare nuova vita agli oggetti usati, è nata con tutta probabilità negli Stati Uniti e consente di risparmiare, rispettando l’ambiente e sviluppando le doti di creatività, soprattutto a Natale.
Gli italiani sembrano apprezzare l’upcycling: secondo uno studio promosso dall’agenzia Espresso Communication, ben il 48% pensa di mettere sotto l’albero complementi d’arredo, capi d’abbigliamento ‘vintage’ e gioielli creati con la logica del riutilizzo creativo.
Fra i regali che vanno per la maggiore troviamo i complementi d’arredo (44%), come quelli realizzati con i pallet recuperati, i capi d’abbigliamento rivisitati (42%) e i gioielli vintage modernizzati (33%). Tra le motivazioni principali l’attenzione alla sostenibilità (61%), l’originalità (47%) e la crisi (34%). Tra i più avvezzi all’arte dell’upcycling le donne tra i 30 e i 45 anni (57%), soprattutto nelle metropoli come Milano (56%) e Roma (54%).
“L’upcycling si pone come evoluzione del recycling, presupponendo che il rifiuto, l’oggetto scartato, non solo trovi nuova vita, ma lo faccia acquistando un maggior valore rispetto all’oggetto o al materiale originario”, spiega all’Adnkronos Anna Rosa Montani, docente di Sociologia dell’Ambiente presso l’Università La Sapienza di Roma.
“Il momento attuale vede in Italia il perdurare di una crisi economica assai seria, che si accompagna a un’attenzione generalizzata per i temi ambientali, che forse ora, per la prima volta, sta inducendo molti a passare dal tempo delle parole a quello dei fatti. L’upcycling – aggiunge Montani – sembra in questo contesto coniugare le esigenze della coscienza con quelle del portafoglio”.
Il termine “upcycling” venne coniato per la prima volta nel 1984 dal giornalista Reiner Pilz e sdoganato ufficialmente nel 1997 nell’omonimo libro di Gunter Pauli. Negli anni il fenomeno si è sviluppato a tal punto che in Danimarca è addirittura il Governo a suggerire ai cittadini sul proprio sito ufficiale Denmark.dk di fare doni di “seconda mano”, definendoli come una scelta veramente moderna e attenta alla sostenibilità.
L’upcycling poi, ha fatto il suo ingresso nell’ambito dell’architettura e dell’arredo eco-sostenibile, e sono numerosi gli esempi di utilizzo di materiali di scarto sia nella progettazione di interni che di esterni.
“La tendenza dell’upcycling è determinante nella scelta dei prodotti che andiamo a progettare – spiega Fausto Iaccheri, presidente di ConLegno, il consorzio per la tutela del legno– Uno dei valori aggiunti della nostra linea 800×1200, ovvero complementi d’arredo realizzati con il recupero dei pallet Epal, è proprio l’utilizzo di un materiale naturale e non nuovo, che ha già vissuto un’altra vita; il bancale in legno, usato per spostare le merci, viene trasformato in un originale arredo e inizia così un nuovo ciclo di vita”.
07 dicembre 2016