. Il Fai sceglie l'eco agricoltura per il restauro del paesaggio

Il Fai sceglie l’eco agricoltura per il restauro del paesaggio

eco agricoltura –  Il restauro paesaggistico di Punta Mesco, area abbandonata per anni nel cuore delle Cinque Terre, si fa con la biodinamica.

A inaugurare una collaborazione tra cultura e agricoltura, che si allargherà ad altri beni culturali e paesaggistici del nostro Paese, sono  il FAI- Fondo Ambiente Italiano e l’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, che ha offerto il suo supporto nelle attività dell’azienda, che viene riaperta alla fruizione.

La biodinamica è l’approccio più coerente in fatto di agricoltura di qualità e rispetto dell’ambiente: oltre a produrre alimenti che non contengono residui chimici (la biodinamica non utilizza né pesticidi né concimi di sintesi), lo specifico di questa eco-agricoltura è la grande cura della fertilità dei suoli e dell’armonia del paesaggio.
In quest’ottica va letto l’intervento realizzato sul restauro ambientale e agricolo di Punta Mesco.

Nel febbraio scorso l’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica ha risposto alla richiesta del FAI di supportarlo nelle attività agricoltura - orto - coltivazioneagricole, introducendo il metodo biodinamico di coltivazione per i vigneti, l’oliveto e l’orto.

Punta Mesco, che ha ospitato nei secoli coltivazioni di pregio sulle terrazze sostenute da muretti a secco, negli ultimi decenni era diventato un caso esemplare di abbandono. Oggi si trasforma in un esempio di recupero globale: non solo architettonico e culturale ma anche di uso. L’intuizione del FAI è che per salvaguardare i beni storici presenti in ambito rurale, occorre conservare la natura agricola dei contesti in cui insistono.
La biodinamica è, in questo caso, l’approccio più coerente di agricoltura di qualità e rispettosa dell’ambiente.

Il luogo inoltre  richiede lavorazioni rispettose, con piccoli attrezzi motorizzati e operazioni volte a incrementare la fertilità del suolo.
Sono state quindi avviate operazioni colturali per riportare l’attività agricola dove regnava l’abbandono.
In settembre è programmato l’utilizzo dei primi preparati della biodinamica e l’avvio delle lavorazioni per l’ampliamento del vigneto pregiato, che aspira a divenire una delle eccellenze italiane.

“Dalla bellezza e dalla varietà di Punta Mesco è possibile far ripartire un’agricoltura d’eccellenza, capace di valorizzare il territorio, salvaguardarlo e proporlo come il meglio dell’agricoltura del Paese. Grazie a posti come questo l’Italia possiede il primato della biodiversità agricola”, spiega il presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica Carlo Triarico.

“L’obiettivo è quindi di reintrodurre un sistema colturale rispettoso del meglio della tradizione, delle varietà vegetali storiche e della biodiversità autoctona. Allo stesso tempo si vuol evitare di farne un luogo ideale ma non replicabile.  Punta Mesco – annuncia  – è solo il primo intervento del FAI con la biodinamica”.

27 giugno 2016

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