rinnovabili – Le batterie del futuro saranno decisamente organiche.
Sono pronte ad andare in soffitta le batterie a litio per lasciare spazio a nuovi sistemi di accumulo per le energie rinnovabili.
Parliamo di sistemi organici basati sul chinone, molecola presente nel rabarbaro ed in altre piante.
Campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma Mamacrowd
A mettere sul piatto della ricerca la novità è Green Energy Storage, protagonista di una campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma Mamacrowd per raccogliere fondi da destinare al progetto di sviluppo.
Forte di un accordo di esclusiva per l’Europa con l’Università di Harvard, Green Energy Storage ha già raccolto finanziamenti dall’Unione Europea attraverso il bando Horizon 2020. I sistemi di accumulo consentono di utilizzare l’energia prodotta da fonti rinnovabili con flessibilità, risolvendo il problema dell’intermittenza e riducendo i costi.
Rispetto a quelle tradizionali basate sul litio, le batterie fluide sviluppate da Green Energy Storage sono utilizzabili su impianti di grossa scala, hanno un costo di produzione competitivo, standard di sicurezza più elevati e utilizzano molecole organiche con un impatto ambientale positivo.
Sviluppato un prototipo funzionante da 3KW
Da un esperimento dell’Università di Harvard su scala di 1 Watt, Green Energy Storage ha sviluppato un prototipo funzionante da 3KW, già in fase di testing, con potenziali applicazioni che vanno dall’utilizzo domestico ad impianti industriali di grandi dimensioni.
Green Energy Storage è una startup innovativa nata nel 2015 e composta da un team di imprenditori e manager con esperienza trentennale e si avvale di un comitato scientifico composto da professori di Università di Harvard, Università di Roma Tor Vergata e Fondazione Bruno Kessler, oltre che del lavoro di 15 ricercatori.
09 giugno 2017