rifiuti alimentari – Ridurre lo spreco e le emissioni di carbonio. Come? Riutilizzando i rifiuti alimentari (circa 100 milioni di tonnellate di cibo vanno sprecate ogni anno nell’Ue) nel mangime per animali. Il progetto Noshan, finanziato dall’Ue, ha scoperto che la sostituzione del 10% degli ingredienti degli alimenti per animali con ingredienti derivati dai rifiuti alimentari ha un impatto positivo sulla sostenibilità della catena di produzione del mangime.
L’UE sta investendo in ricerca e innovazione per una bioeconomia europea in grado di sfruttare al meglio le nostre risorse biologiche rinnovabili. L’agricoltura è una componente fondamentale per assicurare la produzione alimentare, garantire la gestione sostenibile delle risorse naturali e sostenere lo sviluppo nelle zone rurali.
L’UE produce il 18% delle esportazioni alimentari mondiali, per un valore di 76 miliardi di euro. Tuttavia, nell’UE e altrove, i rifiuti agricoli frenano gli agricoltori e costano denaro ai contribuenti — tra 55 e 99 euro per tonnellata.
Trasformare i rifiuti agricoli in mangimi — la soluzione privilegiata dal progetto di ricerca NOSHAN finanziato dall’UE — aprirebbe nuove opportunità agli agricoltori riducendo la dipendenza dell’Europa dalle importazioni di questi prodotti. Ciò contribuirebbe, a sua volta, a creare nuovi posti di lavoro “verdi” nei settori della raccolta e del trattamento dei rifiuti e in quello della produzione di mangimi.
Il concetto é stato accolto con particolare favore nelle aree rurali, dove la crescita è meno sostenuta rispetto a quelle urbane e l’industria dei mangimi costituisce un potente motore economico.
“Nel mondo un terzo del cibo prodotto per il consumo umano va perduto o viene gettato via — in totale 1,3 miliardi di tonnellate all’anno — e la trasformazione alimentare produce una grande quantità di tali rifiuti”, ha spiegato il coordinatore scientifico del NOSHAN Montse Jorba, del centro tecnologico spagnolo LEITAT.
“I prodotti ortofrutticoli presentano tassi di spreco più elevati rispetto a qualsiasi altro alimento. Ciò comporta un grave sperpero di risorse, dall’acqua al suolo, all’energia, alla manodopera e al capitale”.
Il progetto ha quindi svolto esperimenti nel campo della dieta sugli animali. “Abbiamo dimostrato che l’uso di ingredienti provenienti da sotto prodotti non ha conseguenze per la salute e il benessere degli animali. Alcuni sotto prodotti alimentari, come la polpa di olive, possono in realtà migliorare la salute dell’intestino di maiali e pollame,” spiega Jorba.
In particolare, con la dieta mista del 10% di Noshan, per ogni chilogrammo di mangime per galletti, le emissioni di biossido di carbonio vengono ridotte di 0,3 kg rispetto a una dieta senza rifiuti alimentari. Se l’1% del totale del mangime per galletti in Europa fosse cambiato con la dieta mista al 10% di Noshan, la quantità totale di emissioni di Co2 evitate sarebbe di 0,62 milioni di tonnellate ogni anno.
Inoltre, ha spiegato Montse Jorba, coordinatrice del progetto, “Noshan ha mostrato che l’uso di rifiuti alimentari potrebbe ridurre la quantità di terra dedicata alla produzione di mangimi per animali e ridurre l’ecotossicità eliminando il bisogno di fertilizzanti chimici e pesticidi su questa terra”.
09 maggio 2016