alimentazione e ambiente – Quando il mare, attraverso le correnti, porta uno “sciame” di meduse sulle nostre coste, non c’è più da disperarsi, anzi!
Bagnanti, bambini, anziani e ristoratori possono impegnarsi a raccoglierle – naturalmente con le dovute precauzioni – , perché le meduse, da problema serio, sono diventate una gustosa risorsa alimentare.
Alle spiagge bianche di Lipari, ospitati dal ristorante “Fiore Di Pomice”, il delegato di Marevivo delle Isole Eolie, Enzo Donato ha organizzato una degustazione di meduse della specie Pelagia Noctiluca, suscitando grande curiosità e consenso. Dopo una comprensibile titubanza, l’insolito cibo è stato apprezzato da tutti.
Dalle Isole Eolie a Capri, da Seiano a Vico Equense, chef stellati si stanno cimentando in variegati manicaretti a base di questo misterioso abitante del mare che ci viene gratuitamente offerto.
Dopo le sperimentazioni di Antonella Leone, ricercatrice del CNR- ISPA di Lecce e di Stefano Piraino, professore dell’Università del Salento, sulle proprietà nutrizionali delle meduse, la fantasia dei maestri cuochi si è sbizzarrita e la gente sembra entusiasta di poter provare in futuro questo cibo, che ancora non fa parte della nostra tradizione culinaria, ma che invece è cibo prelibato in altri Paesi soprattutto orientali. I bambini sono curiosi di conoscere meglio questo inconsueto abitante del mare.
Marevivo, già nel 2013 – attraverso un suo progetto “La Tavola Blu”, finanziato dal Ministero dell’Ambiente – lanciò una sfida, raccolta dal famoso chef Gennaro Esposito per rendere questo animale appetibile all’uomo.
“Dagli studi del nostro vicepresidente, Ferdinando Boero, professore dell’Università del Salento e di CNR-SMAR, e di molti altri ricercatori impegnati in questo campo, sono emerse le ragioni del proliferare di questi organismi in quasi tutti i mari del mondo – spiegano in casa Marevivo -. Le meduse tropicali arrivano in Mediterraneo a causa dell’aumento di temperatura, facilitate dall’allargamento del Canale di Suez. In generale, però, è la sovrappesca a determinare l’aumento di questi esseri gelatinosi”.
Le larve e gli stadi giovanili dei pesci, proprio come le meduse, mangiano plancton. Se peschiamo troppi pesci, diminuiscono anche le loro larve e rimane più plancton per le meduse, che di conseguenza aumentano. Anche i predatori delle meduse, come le tartarughe e i pesci luna, stanno aumentando per la maggiore disponibilità di alimento. Tale situazione potrebbe determinare un riequilibrio e mitigare la moltiplicazione delle meduse: diamo una mano, mangiamole anche noi!
Questi esseri gelatinosi ed eleganti sono ricchi di proteine e collagene, elementi preziosi per la dieta umana, anche le ricerche del CNR lo confermano: perché non approfittarne? Come la cappella del fungo porcino, così la testa della medusa, che ha la stessa forma, potrebbe diventare un dono prelibato offerto dalla Natura.
Marevivo lancia un appello a tutti coloro che si vogliano cimentare nella sperimentazione di ricette culinarie per arricchire di gusto e bellezza questo alimento.
“Mandateci foto e ricette del vostro piatto, ne faremo un ebook da divulgare – fanno sapere a Marevivo -.
Naturalmente la nostra Associazione continuerà come da sempre la sua lotta contro la pesca eccessiva e illegale e continua a supportare il monitoraggio “Occhio alla Medusa”, che da anni Ferdinando Boero porta avanti in tutto il Mediterraneo e al quale qualsiasi cittadino può partecipare inviando le segnalazioni degli avvistamenti a serena.zampardi@unisalento.it e a ferdinando.boero@unisalento.it.
Non sprechiamo queste “figlie” che il mare ci dona facendole morire inutilmente sulle nostre spiagge, facciamo proliferare la creatività per trasformare un problema in una risorsa”.
08 agosto 2016