. Dalla padella al biodiesel: Conoe lancia la raccolta domiciliare - Verdecologia

Dalla padella al biodiesel: Conoe lancia la raccolta domiciliare

riciclo olio di frittura – Presto la raccolta domestica porta a porta dell’olio di frittura usato sarà una realtà.
A lanciare la sfida é il Conoe ovvero il Consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti, che a Ecomondo presenta una importante proposta di accordo di collaborazione inviato all’Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) per dare il via alla raccolta domestica capillare sul territorio.

L’olio di frittura verrà utilizzato per ottenere il biodiesel, un combustibile vegetale non tossico su cui si punta per rendere più sostenibile il settore dei trasporti.
L’Europa chiede che entro il 2030 il 14 per cento dei carburanti arrivi da fonti rinnovabili.

Conoe sta sperimentando, in 6 diverse aree geografiche del nostro Paese, differenti modalità di raccolta degli oli vegetali esausti presso le famiglie per verificare quella più efficiente in collaborazione con UTILITALIA – la Federazione delle imprese dei servizi idrici, energetici e ambientali

Il potenziale raccolta domiciliare: 166 mila tonnellate di oli vegetali esausti

Nel 2017 sono state prodotte 260 mila tonnellate di oli esausti, 94 mila dai settori professionali e 166 mila da attività domestica. Nonostante sia così una filiera produttiva, finora solo un quarto degli scarti casalinghi arriva alle bioraffinerie. Tutto il resto viene disperso nell’ambiente oppure gettato nei lavandini, provocando un grave inquinamento e una diminuzione dell’efficienza degli impianti di depurazione delle acque di scarto.

Recuperando la produzione domestica, che è il 64% per cento del totale, il Conoe incrementerebbe un ciclo già virtuoso: nel primo semestre 2018 ha raccolto 37 mila tonnellate di oli esausti, derivanti principalmente da attività professionali, e punta alle 75 mila entro fine anno (più 3 mila rispetto al 2017). Di questi, il 90% è viene già avviato a rigenerazione per la produzione del biodiesel, in sostituzione o miscelazione di carburanti di origine fossile.

Il risparmio: 112 milioni di euro

Se tutti gli oli vegetali esausti generati in Italia fossero recuperati come biodiesel, oltre ai benefici ambientali, si otterrebbe un risparmio sulle importazioni di petrolio (82 US/barile) pari a circa 112 milioni di euro.

400 mila euro l’anno: i benefici della corretta raccolta per una città metropolitana

Il Conoe ha stimato i costi della scorretta gestione degli oli vegetali usati, comparandoli ai benefici di una corretta raccolta sia nelle attività commerciali che nelle case. Prendendo come riferimento una città metropolitana italiana con oltre 2 milioni di abitanti, lo sversamento di oli usati direttamente nelle fognature comporta una spesa di 400 mila euro all’anno per il ripristino dell’impianto di depurazione.

Smaltendo in maniera corretta questo rifiuto si potrebbe avere un incasso di 400 mila euro l’anno: i costi per l’acquisto dei contenitori (500 mila euro) e delle taniche per i cittadini (800 mila euro) verrebbero ampiamenti compensati dai proventi dal recupero degli oli vegetali, pari a circa 1,7 milioni.

Scritto da

Nessun Commento.

Lascia un Commento

Commento