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Ifad e Unilever: accordo mondiale di partenariato per i piccoli agricoltori

sicurezza alimentare e agricoltura Un accordo di partenariato pubblico-privato volto a migliorare le condizioni di vita dei piccoli agricoltori di tutto il mondo. A firmarlo il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (Ifad) e Unilever, società internazionale nella fornitura di beni di consumo.
L’accordo, di durata quinquennale (il primo del suo genere firmato dall’Ifad con il settore privato) è stato siglato dal presidente Ifad Kanayo F. Nwanze e dall’amministratore delegato Unilever, Paul Polman.

L’obiettivo è quello di migliorare la sicurezza alimentare attraverso l’aumento della produttività agricola, il collegamento degli agricoltori ai mercati, la riduzione del rischio e della vulnerabilità, il miglioramento del lavoro non agricolo nelle zone rurali e maggiore sostenibilità dell’agricoltura. E’ stato inaugurato un percorso volto a sfruttare da un lato le conoscenze e l’esperienza dell’Ifad nel lavoro con i piccoli agricoltori e con le imprese rurali, dall’altro la capacità di Unilever di integrare gli agricoltori nei mercati e la competenza della società nel campo dell’agricoltura sostenibile.

Ciò include anche una missione congiunta sul campo svoltasi nel gennaio 2014, per esaminare un progetto sostenuto dall’Ifad nella regione Vidarbha del Maharashtra, nell’India Occidentale, incentrato su spezie e cipolle.

Circa 1 miliardo e 200 milioni di persone vive in condizioni di povertà, delle quali il 76% abita in zone rurali e 200 milioni sono disoccupate. Questa situazione sarà esacerbata dalla crescente domanda di cibo da una popolazione mondiale in continua espansione: il mondo avrà bisogno di nutrire 9 miliardi di persone entro il 2050. Un aumento del 70% della produzione agricola mondiale sarà essenziale per dar loro da mangiare, da adesso al 2050 dobbiamo produrre tanto cibo quanto ne abbiamo prodotto negli ultimi 10.000 anni.

Se non si riescono ad ottenere rendimenti più alti da piccoli e grandi colture, molte persone soffriranno ancora la fame e saranno costrette a vivere in condizioni di povertà. “Non è sufficiente concentrarsi su un incremento della produttività agricola. È invece essenziale un approccio più ampio che supporti anche la creazione di legami vitali tra i produttori e i mercati rurali”, sottolinea Kanayo Nwanze.

“L’Ifad – aggiunge – riconosce che giusti investimenti in agricoltura sono essenziali per la sicurezza alimentare di una popolazione in crescita. Ecco perché partenariati, come quello che abbiamo firmato oggi con Unilever, sono così importanti”. Gli investimenti in agricoltura, secondo la Banca Mondiale, sono da due a quattro volte più efficaci nell’ aumentare i redditi tra i più poveri, che in qualsiasi altro settore.

bancarella frutta e verduraPer l’amministratore delegato Unilever, Paul Polman, “ora più che mai, il mondo ha bisogno di aumentare gli investimenti in agricoltura che, per poter ottenere cambiamenti concreti e significativi tali investimenti, devono provenire sia dal settore pubblico che da quello privato. Sia i piccoli che i grandi agricoltori sono necessari per aumentare la produttività e fornire cibo a sufficienza per nutrire i poveri del mondo. Al fine di passare dalla sussistenza all’agricoltura commerciale – aggiunge – 1,5 miliardi di persone, che dipendono da piccole aziende, hanno bisogno di accedere alla conoscenza, ai beni, al credito, ai mercati e alla gestione del rischio che possono giungere dalle imprese più grandi”.

Sia Ifad che Unilever hanno simili impronte geografiche e Paesi (quali Cina, India e Indonesia) fondamentali per lo sviluppo e la crescita. Entrambe le organizzazioni sono guidate da principi e obiettivi affini, condividono inoltre gli stessi impegni, volti al miglioramento delle condizioni di vita dei piccoli agricoltori e allo sradicamento della povertà. Attraverso un programma di prestiti e sovvenzioni per oltre 256 progetti e programmi in 97 Paesi, l’Ifad sta aiutando 78,7 milioni di abitanti delle zone rurali a ricevere servizi che possano permettere loro di uscire dalla povertà. I progetti in particolare sono rivolti alle donne, che nel 2013 rappresentavano circa il 50% dei beneficiari delle attività Ifad.

Nel 2010, Unilever ha disposto il suo Piano di azione sostenibile, impegnandosi in un percorso di crescita sostenibile lungo dieci anni con l’obiettivo di aiutare più di un miliardo di persone a migliorare la loro salute e il loro benessere, procurando tutte le materie prime tramite un sistema sostenibile entro il 2020 e sganciando la sua crescita dal suo impatto ambientale. Per sostenere questi tre grandi obiettivi sono stati definiti sette pilastri di cui tre concentrati sul miglioramento della condizioni di vita, l’approvvigionamento sostenibile delle risorse e la nutrizione. Dalla fine del 2010, Unilever ha aumentato il numero dei piccoli proprietari educati ad agire in maniera sostenibile, arrivando a circa 450.000 persone.

21 febbraio 2014

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