cambiamenti climatici – I picchi giornalieri delle temperature stanno facendo partire il processo di fioritura che un inverno troppo mite non è stato capace sinora di ritardare, tanto che i mandorli, gli albicocchi e alcune varietà di peschi sono già molto avanti rispetto al normale.
E’ quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti sugli effetti delle alte temperature di questa “finta primavera” che mette a rischio la produzione nazionale di frutta e verdura.
Le temperature minime hanno fatto registrare – sottolinea la Coldiretti – una anomalia su valori superiori di 3,8 gradi alla media di riferimento nella prima decade di febbraio che hanno mandato in tilt le coltivazioni che si stanno predisponendo alla ripresa vegetativa. L’andamento climatico può avere l’effetto – segnala la Coldiretti – di ingannare le coltivazioni favorendo un “risveglio” che le rende particolarmente vulnerabili all’eventuale prossimo arrivo del gelo con danni incalcolabili, a partire dagli alberi da frutto. Se prima della fine dell’inverno – conclude la Coldiretti – ci sarà un brusco abbassamento della colonnina di mercurio al sotto dello zero sarà inevitabile una moria di gemme con i raccolti compromessi.
A febbraio in Italia si registra una temperatura minima superiore di 3,8 gradi alla media di riferimento che sta mandando in tilt le coltivazioni che si stanno predisponendo alla ripresa vegetativa.
I dettagli si scorrono nell’analisi predisposta dalla Coldiretti sulla base dei dati Ucea relativi alla prima decade dalla quale si evidenziano valori di temperatura quasi primaverili mentre le precipitazione sono risultate superiori del 35 per cento rispetto alla media di riferimento.
Una anomalia che – sottolinea la Coldiretti – interessa l’intera penisola dal nord dove le temperature minime sono state superiori di 4,1 gradi al centro Italia dove lo scarto è stato di +3,2 gradi fino al sud con una differenziale di +3,1 gradi.
Una situazione che – continua la Coldiretti rischia di aggravare il già pesante bilancio delle perdite che si sono verificate dall’inizio dell’anno a causa delle pesanti precipitazioni con alluvioni, allagamenti e frane. Siamo di fronte – conclude la Coldiretti – ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici che si sono manifestati con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi, ma intense con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire.
20 febbraio 2014